Preso l'«erede» di Totò Riina di Francesco La Licata

Fotografato di nascosto e riconosciuto da Brusca Pietro Aglieri arrestato a Bagheria. Caselli: bloccata la riorganizzazione di Cosa Nostra Preso .'«erede» di Totò Rima Fotografato di nascosto e riconosciuto da Brusca NON BASTA UN COLPO RIUSCITO E, un colpo provvidenziale, la cattura di Pietro Aglieri considerato il numero due della nomenklatura mafiosa siciliana. Provvidenziale per più di un motivo: serve da tonificante per le forze dell'ordine, per i magistrati di prima linea al centro, da qualche tempo, di polemiche - non sempre genuine - e dibattiti sullo stato della lotta alla mafia. Serve a raffreddare i toni del dibattito politico, placa gli animi, induce alla razionalità. In una parola il successo unisce ed aiuta a superare ostacoli e steccati. E serve, un «colpo» così clamoroso, a rassicurare quei cittadini che vivono le realtà difficili del Mezzogiorno d'Italia, ogni giorno alle prese con l'arroganza mafiosa e spesso con poche garanzie di sicurezza. Non è un caso, forse, che la cattura di Aglieri sia stata salutata quasi con una ostentazione di soddisfazione, come a voler sottolineare la volontà di lottare dello Stato mai venuta meno. Il presidente Prodi, da Pechino, il giudice Vigna e Ottaviano Del Turco da New York, Massimo D'Alema, il ministro Napolitano, i sindacalisti, tutti hanno sentito la necessità di «ringraziare pubblicamente» gli investigatori che sono stati impegnati nella ricerca e nella cattura del boss di Cosa nostra. In un attimo si sono attenuati le diversità, i contrasti, i richiami alla possibilità che sul tema di lotta alla mafia si fossero verificati ritardi e fraintendimenti, come quello di considerare la piovra come un mostro ormai inoffensivo. Clima sereno, ad eccezione del vicepresidente della Commissione Antimafia, Filippo Mancuso, ormai unico Bastian contrario, che ha sfer- Francesco La Licata CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA PALERMO. Anche Pietro Aglieri, l'erede di Totò Riina, è caduto. L'ha catturato la polizia ieri alle 9,30 dopo otto anni di latitanza, grazie a una foto riconosciuta dal boss Giovanni Brusca. Trecento poliziotti hanno circondato il suo covo, un magazzino per essiccare agrumi tra Bagheria e Ficarazzi, nella cintura di Palermo. Con il superboss sono stati ammanettati Natale Gambino e Giuseppe La Mattina, imputati come lui per la strage di via d'Amelio in cui furono uccisi Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. Proprio Aglieri avrebbe pigiato il tasto del comando a distanza che provocò l'esplosione. E' accusato anche della strage di Capaci, con vittime Giovanni Falcone, la moglie e tre poliziotti. «All'interno di Cosa nostra è in corso un processo di riorganizzazione - commenta il procuratore Gian Carlo Caselli -, per questo motivo l'arresto di Aglieri conferisce maggiore spessore all'operazione della polizia». SERVIZI ALLE PAGINE 2 E 3 LA CATTURA Trecento gli agenti impegnati nel blitz a colpi di flash-bang di Giovanni Bianconi A PAGINA 3 IL PM LO FORTE «La nuova Piovra è decapitata ma non è in declino» A PAGINA 2 L'INAFFERRABILE Caccia a Provengano l'ultimo dei boss ancora in libertà di Sandra Rizza A PAGINA 2 II boss Pietro Aglieri viene condotto in carcere dopo l'interrogatorio

Luoghi citati: Bagheria, Capaci, Ficarazzi, Italia, New York, Palermo, Pechino