«Ciampi attento, 25 mila miliardi sono troppi» di Fulvio Milone

«Ciampi attento, 25 mila miliardi sono troppi» EUROPA E DINTORNI L'economista boccia Waigel: «Non capisce nulla, idea balzana rivalutare le riserve auree» «Ciampi attento, 25 mila miliardi sono troppi» Modigliani: il nodo è il Sud, servono flessibilità e gabbie salariali NAPOLI. Quasi si arrabbia, il vecchio professore con lo sguardo vivace e curioso di un ragazzo, quando i cronisti gli chiedono come la pensa lui, Franco Modigliani, Nobel per l'economia nell'85, del braccio di ferro fra il governo tedesco e la Bundesbank. Seduto dietro un tavolo di mogano, in una suite di un grande albergo sul lungomare, poco prima di partecipare alla presentazione di un master in economia e finanza, agita le mani davanti al viso come se volesse scacciare un insetto. «La moneta unica è un obiettivo da raggiungere al più presto - taglia corto -. Occorre rispettare i tempi con o senza i tedeschi: se loro ci stanno, bene. Altrimenti, che restino fuori». Poi se la prende con Francoforte: «La Bundesbank è pessima - sibila -. Una nuova Banca centrale europea non potrebbe comportarsi peggio. La verità è che la Bundesbank non vuole perdere il suo potere, quindi si batte contro la moneta unica e vuole mantenere la Germania isolata». Ma allo schiaffo al presidente Tietmcyer non corrisponde affatto un elogio del governo di Bonn. «Il ministro delle Finanze, Waigel, è ignorante in materia di economia - prosegue Modigliani -. Che idea balzana, tentare di rivalutare la riserva aurea... Un trucco contabile indegno di un Paese civile». E allora? «La Bundesbank si rifiuta di assecondare una simile buffonata. Il suo è un comportamento giusto che però nasconde un obiettivo poco nobile: rafforzare la posizione anti-Euro». Anche i parametri di Maastricht, secondo Modigliani, sono l'ennesima «invenzione di quei tedeschi ignoranti». E spiega: «Si tratta di numeri privi di senso dal punto di vista economico. L'unica cosa che conta è il rispetto dei tempi previsti: credo che oggi l'unificazione possa comprendere tutti i Paesi tranne la Grecia, che ha ancora un'inflazione troppo alta». Il grande economista non perde la sua verve nemmeno quando parla degli affari italiani. Il tasso di sconto? «Sarebbe ora di ridurlo per dare un'indicazione positiva e incoraggiare i mercati». Le pensioni di anzianità? «Un furto legalizzato, un meccanismo che premia pochi a scapito di molti, e io non riesco proprio a capire perché la gente scenda in piazza per difendere un privile¬ gio dei più ricchi. Che si lasci solo a combattere il signor Bertinotti, che è un demagogo». Per il professore, l'Italia «si sta avviando verso il traguardo del risanamento perché guidata da persone intelligenti e oneste». Un solo, bonario rimprovero «a quei ragazzi del governo che a volte vogliono fare i primi della classe»: «Una manovra da 25 mila miliardi mi pare eccessiva, così c'è il rischio che venga avvilita la domanda interna», spiega Modigliani, che poi affronta il problema della disoccupazione: «Il nodo è tutto nel Sud: potrebbe essere sciolto con le gabbie salariali e una maggiore flessibilità che consentirebbero, fra l'altro, l'emersione del lavoro nero e l'occupazione giovanile. Invece ci teniamo lo Statuto dei lavoratori, un sistema che stabilisce i diritti ma non i doveri dei lavoratori». Fulvio Milone L'economista Franco Modigliani assolve l'Italia e attacca i tedeschi

Persone citate: Bertinotti, Ciampi, Franco Modigliani, Modigliani, Waigel

Luoghi citati: Bonn, Europa, Francoforte, Germania, Grecia, Italia, Napoli