Alitali, lo sceicco punta al 50%

Gli arabi pronti a offrire 800 miliardi. Mediatore il principe saudita Al Walid Gli arabi pronti a offrire 800 miliardi. Mediatore il principe saudita Al Walid AKtqliq, lo sceicco punta al 50% EMalev vorrebbe riacquistare da Cempella il suo 30%. Impennata dei titoli, +10%. Oggi nuovo round a Bruxelles ROMA. La conferma arriva da Riad: esiste un interesse arabo per Alitalia e una cordata di uomini d'affari ha formulato la sua proposta. Il dossier è già sul tavolo di uno degli uomini più ricchi del mondo, il principe Al Walid, il partner di Berlusconi in Mediaset: qualcosa come 800 miliardi di lire per il 50% della compagnia aerea che si avvia, risanate le perdite, a chiudere per la prima volta in pareggio dopo una lunga serie di disastri finanziari. Se dovesse concretizzarsi e andare in porto, aggiungerebbe un'altra tessera al già vasto mosaico di interessi del principe in Italia e in Europa. Una notizia che non poteva lasciare insensibile la Borea, già allertata dalle anticipazioni della Sancii Gazette: anche ieri il titolo Alitalia è stato al centro dell'attenzione. Risultalo: più 10% in due giorni, con privilegiate e risparmio ai massimi dell'anno. Anche perché la compagnia di bandiera vedi; all'orizzonte un nuovo recupero di capitali: il governo ungherese sta per ricevere dall'agenzia per le privatizzazioni la richiesta di autorizzazioone a riscattare le azioni Ma lev oggi in mani italiane. Alitalia ha il 30% della compagnia ungherese (acquistato nel '92 per 77 milioni di dollari), un altro 5% è della finanziaria Simest. Malev vorrebbe ora un partner finanziariamente forte per concludere il processo di modernizzazione e l'operazione potrebbe essere conclusa entro dicembre. La notizia del possibile arrivo di petrodollari nelle casse Alitalia fa piacere sia ai vertici della compagnia che al ministro dei Trasporti Claudio Burlando. Nessuna conferma ufficiale, ma ampie sottolineature alla prossima fine dei guai finanziari della compagnia: «Se riusciamo a concludere - dice il ministro - operazioni di iniezione di capitale non ho dubbi che ci sarà un interesse molto forte attorno all'Alitalia anche negli Stati Uniti». Burlando oggi è a Bruxelles, in compagnia aell'amministratore delegato Alitalia Domenico Cempella. Incontra il commissario ai Trasporti Neil Kinnock per discutere ancora il piano di ricapitalizzazione da 2800 miliardi. E' un in¬ contro informale, dopo la missione ufficiale del 7 maggio e le successive riunioni tecniche. Potrebbe essere l'ultimo prima del verdetto annunciato per fine giugno. Gli arabi sono comunque pronti a scommettere sulla promozione della compagnia di bandiera. E il principe Al Walid Bin Talal Bin Abdullaziz Al Saud, nipote di re Fahad, sembra l'uomo più adatto per condurre la trattativa. Da quando ha esordito sul set dell'alta finanza, nel 1990, a 29 anni, con un colpo a sensazione (207 milioni di dollari per il 4,9% della più grande banca Usa, la Citicorp), ha continuato a inanellare mega-affari a getto continuo. A pochi mesi dal debutto riesce a far tremare Wall Street investendo 509 milioni di dollari in un pacchetto di azioni privilegiate Citicorp che potrebbero farlo diventare il primo azionista con il 14,9%. Preferisce vendere e nel '93, a 30 dollari per azione, cede il 2,4% della sua quota realizzando un guadagno del 150%. Ma Al Walid ha il pallino delle telecomunicazioni. E in Italia, oltre ad allearsi con Berlusconi, impianta il quartier generale della Arab Radio Television, la tv via satellite che dal '94 trasmette dalla sede di Telespazio, al Fucino, e copre 22 Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente. Ma il suo resta un impero estremamente differenziato: alberghi (con partecipazioni si¬ gnificative in Four Seasons e Plaza di New York, nel George V di Parigi), banche (è presidente della United Saudi Commercial Bank di Riad), grandi magazzini come Saks Fifth Avenue, compagnie aeree (ha già una quota in Twa). Tra i «colpi» più recenti, la cessione della sua quota in Disneyland Parigi, la società con la popstar Michael Jackson, l'acquisto del 3% di Cordiant (ex Saatchi and Saatchi), del 5% della Apple per 115 milioni di dollari ( 190 miliardi di lire) e dell'1% di Planet Hollywood, la catena di ristoranti in stile cinematografico che si appresta ad aprire 34 nuovi ristoranti in 23 Paesi tra Europa e Medio Oriente, fb. g.)