Tra Chirac e Jospin fair-play senza sorrisi di Enrico Benedetto

Tra Chirac e Jospin fair-play sema sorrisi FRANCIA I contrasti sono profondi. I ministri del pcf si presentano all'Eliseo su una utilitaria con targa della banlieue Tra Chirac e Jospin fair-play sema sorrisi II Presidente: speriamo di coabitare nel rispetto reciproco PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I «separati in casa» Lionel Jospin e Jacques Chirac hanno tenuto a battesimo ieri il quinquennio di coabitazione che li attende con eleganza e misura ma - ci si poteva forse attendere il contrario? nel segno di un'imbarazzata inconciliabilità di vedute. Ne testimonia il fatto che Chirac non abbia voluto la classica «foto di gruppo» per il primo consiglio dei ministri. La sua «famiglia» politica è un'altra: Jospin & C. rimangono ospiti, indesiderati anche se di riguardo. I discorsi sono, comunque, emollienti. «La Francia si è pronunciata e ha eletto una nuova maggioranza» dice l'inquilino dell'Eliseo accogliendo il suo rivale nelle Presidenziali '95 e l'esecutivo rosa-rosso-verde. «Voi ne siete l'espressione governativa», prosegue Chirac. «Eccoci nuovamente in periodo di coabitazione. Non dubito che quest'ultima si svolgerà nella dignità, il rispetto reciproco e una preoccupazione costante degli interessi della Francia». Gli fa eco Jospin, impegnandosi a «lavorare nel rispetto delle prerogative costituzionali del presidente della Repubblica, nella serenità e nel rigore che si impongono all'azione del governo al di là della differenza di concezioni politiche». Nessun interferenza, dunque: Ma è inutile nascondersi che la missione si annuncia difficile, in particolare a livello europeo. Pierre Moscovici, il ministro agli Affari Europei, si è ben guardato dal ripetere dopo la vittoria del 1° giugno frasi come «Se occorre aprire una crisi sull'euro, ebbene l'apriremo». Per saperne di più bisognerà attendere le dichiarazioni di Lionel Jospin a Malmoe, dove stamane incontra gli altri leader dell'eurosinistra, o addirittura quelle da Lussemburgo del superministro (IndustriaEconomia-Finanza) Dominique Strauss-Kahn, attese lunedì. In queste prime ore, la prudenza è somma. La Borsa ringrazia. All'esordio dell'era Jospin i titoli segnalavano ieri una buona progressione: + 2,1%. E ciò malgrado si moltiplichino gli indizi sulla mancata privatizzazione di Fran- ce Télécom. Nessuna parola definitiva, ma le dichiarazioni dei ministri e responsabili politici interessati sottolineano inevitabilmente l'interesse prioritario del «servizio pubblico». I comunisti saranno i primi a rallegrarsene. Con una première assoluta dal sapore quasi goliardico, ieri i 3 ministri pcf sono giunti all'appuntamento con Chirac sulla medesima vettura, un'utilitaria con targa della banlieue. Guidata, noblesse oblige, dal titolare dei Trasporti. «Bonne chance», buona fortuna titola il quotidiano comunista «L'Humanité». L'importante, per il pcf, era rimettere un piede nelle sale del potere, mostrarsi indispensabile per la formazione del governo e garantirgli l'appoggio delle «masse operaie» o quello che ne resta. I momenti duri verranno, ma forse non prima dell'estate. Elizabeth Guigou, il nuovo Guardasigilli, si troverà invece ben prima sul tavolo decisioni chiave. Ha promesso «trasparenza» e «autonomia totale» alla Giustizia. Vedremo. Gli spinosi dossier che riguardano i fondi neri rpr a Parigi potrebbero uscire dai cassetti. Nell'attesa, è l'ex segretario ps Henri Emmanuelli a essere stato condannato, ieri pomeriggio, a 18 mesi con la condizionale per malversazioni come ex tesoriere nazionale. La Francia di Sinistra esordisce quindi, per pura coincidenza, con un autodafé. Proseguirà affidandosi a tre figure faro (oltre al premier Jospin, beninteso): la portavoce Catherine Trautmann - che ha definito ieri «cortesi» gli approcci fra Chirac e il suo nuovo governo -, una Martine Aubry plenipotenziaria sulle misure antidisoccupazione e Dominique StraussKahn. Il suo arrivo al governo ha fatto dimettere la moglie Anne Sinclair da anchor-woman del più seguito talk-show politico di Francia, «7sur7»: è la prima vittima, involontaria, della Rosa al potere. Enrico Benedetto i-:~iff-:\'-«'- Il presidente Jacques Chirac

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