Contro Berisha una bomba piena di misteri di Angelo Conti

E' un operaio che stranamente ha parlato al plurale. Il Presidente attenua le accuse all'opposizione ALBANIA E' un operaio che stranamente ha parlato al plurale. Il Presidente attenua le accuse all'opposizione Contro Berisha una bomba piena di misteri II terrorista in televisione non spiega nulla del fallito attentato SHKALLNUR DAL NOSTRO INVIATO 11 bidello sta sulla porta con il Kalashnikov in mano ed una bomba a mano agganciata alla cintura. Siamo nella «Skolla Fillomi», la scuola elementare di Shkallnur, alla periferia di Durazzo: tre aule per novanta bambini. Qui davanti, mercoledì sera, hanno cercato di uccidere Sali Berisha. Dell'attentato sono rimaste tracce: una evidente scalfittura provocata sul portone dall'urto dell'ordigno, alcune macchie di sangue a riprova del pestaggio dell'attentatore ad opera della folla inferocita. L'attentato è avvenuto sullo spiazzo sassoso, grande quanto un campo da tennis, che si apre davanti al patio della scuola. Da lì, sotto due grandi bandiere blu del Partito Democratico, aveva da poco iniziato a parlare il Presidente della Repubblica. Quel che è successo dopo lo racconta uno degli addetti al servizio d'ordine, Engjell Farathi: «La gente interrompeva spesso Berisha, con grandi applausi, agitando in alto le mani con le dita aperte in segno della vittoria. Proprio approfittando di questo entusiasmo, quell'uomo è riuscito ad estrarre la granata ed ha cercato di lanciarla. Un agente che gli era vicino se ne è accorto, ha cercato di fermarlo, impedendogli di levare la sicura. L'attentatore è riuscito ugualmente a scagliare con forza la bomba, ma Berisha se ne è accorto e l'ha schivata». La reazione della Garda Presidential è stata violenta: «Il terrorista è stato bloccato dagli agenti, poi percosso dalla folla inferocita». Il comizio di Shkallnur era stato annunciato soltanto poche ore prima, come è solito fare il Presidente della Repubblica. La zona è una tradizionale roccaforte del partito democratico anche perché abitata da una colonia scesa dai paesi del Nord, al confine con il Montenegro. Shkallnur conta 480 case e 2800 abitanti, per 2/3 contadini e per 1/3 addetti al turismo nei grandi alberghi sulla spiaggia, lontana appena un paio di chilometri dal paese. L'attentatore non veniva da qui. Ilir Ceta, 26 armi, operaio, risulta infatti risiedere a Bushbull, quartiere popolare della zona Est di Durazzo, ad una quindicina di chilometri da Shkallnur. Lo Shik, cioè i servizi segreti del ministero dell'Interno, sono intanto al lavoro. Per proteggere le indagini hanno fornito pochissime indicazioni sull'attentatore, che è però comparso in televisione ieri alle 16, per una breve dichiarazione, probabilmente voluta per smentire la voce che la Garda Presidential l'avesse picchiato a morte. L'uomo si è pre¬ sentato vistosamente fasciato al petto ed alle braccia, con una appariscente ferita sulla fronte, ancora sul letto della terapia intensiva dell'ospedale militare: «Avevamo saputo solo alle 15 - ha spiegato - del comizio di Berisha. Mi sono sistemato in quinta-sesta fila, poi ho estratto la granata ma non sono riuscito a levare la sicura...». Qui l'intervista alla televisione di Stato si interrompe bruscamente, per lasciare posto alle immagini rallentate che mostrano confusamente l'accaduto. Il ferito non spiega nulla della motivazione del gesto. Non è tutto chiarissimo nelle ricostruzioni dell'attentato, al punto che - in talune aree dell'opposizione - si avanza il sospetto di una messa in scena, oppure di una notevole enfatizzazione degli avvenimenti. Lo spazio per questi sospetti c'è, ma è anche vero che non esiste la minima prova di un «falso» elettorale. In altre parole: quella bomba era probabilmente autentica, anche se l'organizzazione dell'attentato è parsa molto artigianale. C'è da chiarire anche perché l'attentatore parli, ad un certo punto, al plurale. Dietro questo gesto c'è realmente l'opposizione politica? Il Capo dello Stato lo ha sostenuto di nuovo ieri, cercando però termini meno aggressivi e facendo anche ritirare un comunicato del suo partito che accusava il governo di fomentare l'astio verso Berisha. Tutti si attendono adesso il perdono all'attentatore. Un bel gesto, per fare voti. Angelo Conti Pestato dalla folla è stato ripreso sul letto della rianimazione vistosamente fasciato, una ferita alla fronte Berisha nel momento dell'attentato «Volevo ucciderlo», ha ammesso l'uomo che ha lanciato la bomba

Persone citate: Berisha, Ilir Ceta, Sali Berisha

Luoghi citati: Albania, Durazzo, Montenegro