Dossier Cipro per il mago di Dayton di Andrea Di Robilant

Texas, giustiziati due prigionieri in meno di 2 ore DIPLOMAZÌA L'artefice della pace nell'ex Jugoslavia affronta la lunga crisi Grecia-Turchia Dossier Cipro per il mago di Payton Inviato speciale di Clinton per riunificare l'isola WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Richard Holbrooke, l'artefice degli accordi di Dayton, rimette i panni del diplomatico d'assalto per affrontare un contenzioso che frustra le cancellerie europee da quasi un quarto di secolo: la questione cipriota. Holbrooke, che ha lasciato l'amministrazione nel 1996 per una lucrosa carriera con la banca Crédit Suisse First Boston, ha accettato l'invito del Presidente Clinton a occuparsi della questione part-time, una settimana al mese. Ma anche se Holbrooke, 55 anni, non rientra nei ranghi dell'Amministrazione e non sarà impegnato a tempo pieno alla risoluzione del conflitto, la sua nomina riflette la decisione dell'Amministrazione Clinton di aumentare e di molto la pressione su Atene e Ankara per arrivare ad una solu¬ zione. «La questione cipriota è di nuovo prioritaria ed è per questo che abbiamo chiesto al nostro negoziatore più tenace di affrontarla», dice Nicholas Burns, il portavoce del Dipartimento di Stato (lo stesso Burns potrà dare il suo contributo visto che è appena stato nominato - e questo è un altro segnale del forte impegno americano nella regione - ambasciatore ad Atene). Il governo greco si è detto lieto della nomina di Holbrooke. Ma il portavoce Dimitri Reppas ha subito messo le mani avanti: «Sarà l'inviato di Clinton per la questione cipriota. La sua missione non ha nulla a che vedere con il contenzioso tra Grecia e Turchia nell'Egeo». Ma la decisione di Clinton e del suo Segretario di Stato Madeleine Albright di investire prezioso capitale diplomatico nel groviglio cipriota - per non parlare della decisione di Holbrooke di accettare, mettendo a repentaglio il prestigio accumulato con il suo successo in Bosnia - riflette una strategia di più ampio respiro. Che punta precisamente a riavvicinare Grecia e Turchia. «I due Paesi sono membri della Nato, ma non hanno normalizzato i loro rapporti come la Germania e la Francia fecero dopo la guerra - spiega Holbrooke -. Anzi, dopo la fine della Guerra fredda la tensione tra i due Paesi è aumentata. Ed è assolutamente necessario cercare di risolvere la questione». C'è un ulteriore motivo che spinge l'Amministrazione Clinton a muoversi: Washington spera che la normalizzazione dei rapporti tra Atene e Ankara faciliti l'entrata della Turchia nell'Unione europea. Dietro le quinte gli americani stanno infatti premendo con forza perché la Turchia venga ammessa, nonostante le reticenze di molti europei e l'opposizione della Grecia. Ma prima di arrivare a tanto, Holbrooke dovrà superare lo scoglio cipriota. L'isola è divisa dal 1974. La parte turcocipriota, dove sono dispiegati 35 mila soldati turchi, rappresenta il 37 per cento del territorio. Solo Ankara riconosce il regime di Rauf Denktash. Andrea di Robilant Richard Holbrooke