Sartori: nessun rischio col semipresidenzialismo di Eugenio Scalfari
Sartori: nessun rischio col semipresidenzialismo Sartori: nessun rischio col semipresidenzialismo NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO «Gli italiani? Hanno sempre copiato dai francesi, compresi gli errori, dall'Ottocento in poi: ora che finalmente i francesi hanno fatto una cosa buona non la vogliamo più?» Giovanni Sartori è piombato a Napoli raggiante. Il voto della Bicamerale sul semi-presidenzialismo sembra avergli ridato, se mai lo avesse perso in passato, tutto il suo buonumore. E il convegno della Fondazione amici di Liberal annuncia a sorpresa che, oggi, sarà lui a condurre le danze: alle 17,30, protagonista di una sessione sul semi-presidenzialismo con Ferdinando Adornato, Rodolfo Brancoli, Rocco Buttiglione e Gian En¬ rico Rusconi. Sarà invece assente Berlusconi, che ha cancellato gli impegni di questa settimana per ragioni di salute, mentre vengono confermati gli altri ospiti, dal cardinal Ruini per il dibattito sull'etica laica e religiosa, al grande islamista Bernard Lewis, a Francesco Cossiga (quando si parlerà della Prima Repubblica) per finire con il Nobel per la pace, Shimon Peres cui verrà consegnato il «premio Liberal»: una giornata a molte facce, dove però quella delle riforme istituzionali rischia di fare la parte del leone. E in qualche modo Sartori sembrava, ieri, pregustare lo show-down, fra battute «cattive» (lasciando anche un piccolo quiz irrisolto: chi è il Belzebù travestito da Santa Klaus cui ha fuggevolmente alluso, in un momento di ressa al buffet?) e improvvisati «duetti» come quello con Giuliano Amato, un attimo prima che il presidente dell'Antitrust salisse sul palco. Tema: cercate il pollo, ovvero chi guadagna e chi perde dopo il voto a sorpresa in Bicamerale. «La Lega ha sbagliato - dice Amato -. Il semi-presidenzialismo così com'è non le conviene». «Per questo non l'ho previsto, lo sbaglio non è prevedibile» risponde Sartori. E aggiunge: «Tu invece avevi previsto che sarebbe finita così». «Certo era piùrazionale il premierato...», concede Amato. «Cosa vuoi, sono grezzi, anzi rozzi», chiosa il politologo. E forse polli? «In questa vicenda un pollo è stato anche lui, Bossi», ride Sartori, contentissimo per una volta di aver sbagliato le previsioni. E nel taccuino del cronista ne lascia un'altra, di anticipazione, sicuro che questa non verrà smentita: «Comunque vada, prendendo la strada del semi-presidenzialismo non rischiamo nulla. Quindi proviamoci, alla peggio le cose rimarranno come sono ora, ma avremo la coscienza a posto». Va detto che in tema di coscienza Giuliano Amato, raggiunto il palco, trasforma il suo intervento in una lezione e in una messa in guardia drammatica, anche lui pensando alla Francia: «L'elettorato europeo sta chiedendo ai partiti socialisti di essere "difeso" dal mercato. Guai se le risposte avranno la logica di questa stessa paura». Se i socialisti «non saranno capaci di concorrere all'equilibrio dell'economia di mercato», il risultato sarà disastroso: «Ci sarà meno sviluppo e meno democrazia». Mario Baudino Panebianco irritato dall'attacco del relatore «Mi dà fastidio essere frainteso, ma non mi pare il caso ribattere» Galli della Loggia «Il suo punto di vista è da protagonista dunque interessato a una certa versione» Il direttore di «Liberal» Ferdinando Adornato con Eugenio Scalfari durante il convegno
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