Prodi: «La lega disprezza le regole» di Paolo Patruno

Dalla Cina il premier minimizza il voto. Bossi contrattacca: è un vecchio democristiano Dalla Cina il premier minimizza il voto. Bossi contrattacca: è un vecchio democristiano Prodi; «La lega disprezzo le regole» «Ma la Bicamerale va avanti» PECHINO DAL NOSTRO INVIATO «E' una battuta d'arresto, ma non è la fine della Bicamerale». A oltre 8000 chilometri dal Palazzo e alle prese con il rilancio del business italiano in Cina, Prodi non può perdere d'occhio quanto sta avvenendo a Roma, anche per gli eventuali riflessi sulla saldezza del suo governo. «Ma no, non c'è un legame fra Bicamerale e governo» assicura lui, con apparente tranquillità al termine della conferenza stampa in una saletta della Assemblea del popolo. Ma poi s'attarda a parlare con i cronisti dell'ultimo voto che ha scatenato un ciclone nell'Ulivo. E da Pechino lancia un salvagente a D'Alema, messo sotto accusa anche da una frangia dei suoi partner. Ma a questo aggiunge anche una durissima bordata contro la Lega che «con il suo disprezzo perle regole della democrazia ha massimizzato i danni». Per il presidente del Consiglio, dunque, questo esito tempestoso della scelta fra semipresidenziaìismo e premierato forte «è un episodio clic ha mia sua gravità. Ma la Bicamerale andrà avanti nei suo cammino, lo sapevamo tutti che non era facile» sentenzia fatalista Prodi. E alle critiche che si sono abbattute su D'Alema anche dai ranghi della maggioranza, il presidente del Consiglio risponde indossando la toga del difensore, senza nominare U leader del pds: «E' una scelta ingenerosa quella di dare addosso a chi ha portato avanti un compito così delicato». Ma la lingua di Prodi diventa tagliente appena parla della Lega e del suo comportamento: «La Lega non ha mai partecipato, né con una parola né con un sospiro, al dibattito in Commissione. Ma poi arriva a votare solo per massimizzare i danni. Non è un sistema che entra nella conce¬ i e , a o . a a é . r n ¬ zione che ho io della serietà e delle regole democratiche. Lo capiranno anche i cittadini italiani». Insomma, a Prodi non è andato proprio giù l'atteggiamento leghista, dopo lo smacco subito dal Carroccio nella votazione sulla riforma federalista. «La Lega ha dimostrato disprezzo per il lavoro della Commissione, salvo poi arrivare proprio all'ultimo giorno per massimizzare le tensioni - ripete con voce gelida Prodi - ma resta intatta la funzione e l'importanza della Bicamerale». Sarà anche vero, ma qual è lo scenario che si prospet- ta adesso incalzano i cronisti? Prodi, che nel programma elettorale aveva espresso la sua preferenza per il premierato forte, si sente sconfitto dal voto? «Io ho sostenuto che il premier forte sarebbe stato più adatto alla soluzione dei problemi italiani, meno rischioso per il ruolo del Parlamento» replica paziente Prodi, tentando di sottrarsi all'assedio, per riassorbire dopo una giornata a passo di carica gli effetti del jet-lag. «E poi bisognerà vedere quale soluzione esce davvero. Ci sono tanti tipi di semipresidenzialismo e altrettanti di premierato forte. Aspettiamo a vedere quale sarà la soluzione definitiva». Ma insomma, questo voto lo considera una sconfitta, insistono ancora i cronisti? Ma lui scuote la testa, grugnisce qualcosa e se ne va a passo di carica. Adesso c'è da telefonare subito a Roma per capire bene quello che è accaduto. Quasi a ruota segue la replica di Bossi, affidata ad una nota del Carroccio: «D'Alema è ricorso ad una logica antidemocratica paragonabile ad un atto golpistico per fermare con la forza del premio di maggioranza la rivoluzione libertaria della Padania». Quanto a Prodi, «democristiano di vecchio stampo, era perfettamente d'accordo con quel progetto, ma lui e il resto degli accoliti avevano fatto i conti senza l'oste». Poi, un avvertimento: «La spada della Padania, per ora, ha colpito l'ipocrisia elevata a sistema di governo solo bonariamente e di piatto». Paolo Patruno «Episodio grave ma non ricade sul governo Scelta ingenerosa quella di dare addosso a chi si è impegnato»

Luoghi citati: Cina, Pechino, Roma