NON SIAMO GLI ULTIMI DELIA CLASSE di Luciano Gallino
NON SIAMO GLI ULTIMI DELIA CLASSE IL MINISTRO E LA RICERCA NON SIAMO GLI ULTIMI DELIA CLASSE CONSIDERO di grande interesse il dibattito avviato dall'articolo di Luciano Gallino sulle debolezze del nostro sistema nazionale di ricerca, ed in particolare l'intervento del Presidente del Consiglio che ha detto in proposito le cose più importanti. L'allarme è comprensibile, come è comprensibile l'attesa perché siamo alla vigilia di una riforma del settore di cui avvertiamo tutta la responsabilità e che ci apprestiamo a realizzare anche attraverso la consultazione della comunità scientifica. Del resto la comunità nazionale è consapevole del nostro ritardo nell'innovazione tecnologica. Esso viene da lontano e non era, né è colmabile in poco tempo, sia per quanto riguarda la quantità di risorse destinate sia per l'attenzione e l'impegno che lo Stato e il sistema produttivo hanno riservato al settore. Con i provvedimenti derivanti dalla delega sulla ricerca contenuta nella legge 59/87 pensiamo di modificare prima di tutto l'architettura del sistema: finora è mancata una strategia di intervento, frutto di scelte precise in materia di politica industriale e sociale e di priorità, indirizzi, obiettivi. Questo non vuol dire che la ricerca italiana non abbia raggiunto livelli di eccellenza. Non siamo gli «ultimi della classe». Vorrei solo ricordare che in alcuni grandi centri internazionali di ricerca, come il Cern o l'Embl, l'Eso, il contributo italiano è rilevantissimo ed esistono settori di ricerca, quali la fisica, la biologia, l'astrofisica, la ricerca spaziale, così come le scienze umane e sociali dove è consolidata una posizione italiana di primo piano. Prima di tutto riteniamo si debba ridefinire il quadro di indirizzo della politica scientifica nazionale attraverso l'uso di strumenti moderni di governo Luigi Berlinguer CONTINUA A PAG. 4 PRIMA COLONNA
Persone citate: Delia Classe, Luigi Berlinguer
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