Jospin manda in pensione i dinosauri

9 La figlia di Delors numero due, agli Esteri un filo-Maastricht, nell'esecutivo ben 8 donne Jospin manda in pensione i dinosauri Nel nuovo governo non ci sono i notabili di Mitterrand PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dentro le donne e i comunisti, fuori i dinosauri del mitterrandismo. Il governo Jospin esordisce a 48 dall'incarico al suo leader e pochi minuti prima che il tg serale ne immortali i «volti nuovi». Ventisei membri. Un record, appena 16 ministri e 10 sottosegretari per 5 formazioni politiche diverse. Ma era una promessa elettorale, ridurre la «squadra»: Jospin l'ha mantenuta. Che gli europeisti e i moderati tirino un sospiro di sollievo. Al Quai d'Orsay va Hubert Vedrine, già segretario generale dell'Eliseo con Mitterrand e conosciutissimo dai partner europei, Kohl in primis. La sua politica sarà forse guardinga ma non anti-Maastricht. Peraltro, Francois Hollande - che gestirà provvisoriamente il ps sino al congresso autunnale quando ne dovrebbe divenire il segretario effettivo - non annunciava forse ieri, smentendo precedenti dichiarazioni e sia pure fra nuovi distinguo che il 1° gennaio '99 la Moneta Unica si farà eccome? Il pcf, d'altro canto, non può fare danni irreparabili con il Turismo e lo Sport. Bofonchiano, gli «ortodossi». E i maligni dicono che il loro leader Marchais ha preferito farsi ospitalizzare per gli abituali problemi cardiaci che votare l'ingresso nel governo. Che i Jack Lang, i Pierre Joxe, i Rocard, i Fabius (ma avrà la presidenza dell'Assemblée Nationale per baloccarsi) e gli altri big del doppio settennato finiscano provvisoriamente in soffitta piacerà alla Francia evitandole déjà-vu cinematografici del genere «Socialismo II: il ritorno degli zombies». Stupisce, tuttavia, l'assenza di Jacques Delors. Ma si sa, l'ex commissa rio Cee non gradisce troppo es sere sottomesso al giudizio po polare. Gli avrebbero offerto l'Economia e gli Esteri, ovvero il meglio. Ha rifiutato. In compenso, la figlia Martine Aubry non teme l'indigestione. Nell'elenco ufficiale dei ministri figura in seconda posizione con un superdicastero. «Impiego e solidarietà». E', di fatto, il vicepremier di Jospin come Simone Veil lo fu con Edouard Balladur. Donna tenace, volon tarista, competente, e burbera come poche altre non solo in Francia, il premier la vorrebbe usare quale «macchina da guerra» per ridurre il numero dei senzalavoro. E' la «missione impossibile» su cui si è infranto il governo Juppé. La bruna Martine saprà venirne a capo? Il Paese scalpita, occorreranno risultati probanti entro l'anno. Altri due «mastini» - biondi, ma non meno temibili - sono Elizabeth Guigou e Catherine Trautmann. La prima eredita il ruolo, sinora maschile nella tradizione francese, del Guardasigilli. Attenzione: gli scandali politici sobbollono da tempo. Scoperchierà il vaso di Pandora che disperatamente il suo predecessore Jacques Toubon voleva sigillare? Vedremo. Per sua fortuna, da 4 anni i socialisti non governano. E visto che è l'occasione a fare il ladro, troverà più materia prima tra i ranghi della Destra in attesa che la Gauche recuperi il tempo perduto. A proposito: come si prevedeva, l'esecutivo Jospin nasce con un «marchio di garanzia morale». Nessun indagato o indagabile fra le 8 donne e i 18 uomini. E dimissioni immediate per chi dovesse ritrovarsi i giudici alle calcagna. Catherine Trautmann, sindaco di Strasburgo, eredita la Cultura scippandola all'oriunda italiana Catherine Tasca. L'accumunano a Lionel Jospin le origini protestanti (è figlia di pastore), nonché una lunga incubazione politica seguita dall'exploit che la vede, oggi, cumulare un dicastero nobile con il ruolo di portavoce governativa. Jean-Marie Le Pen può esserne fiero. Giovedì scorso esibiva in effigie ai suoi fan la testa di madame Trautmann, chiedendo loro di sbarrarle la strada nel ballottaggio, per ritrovarsela neppure una settimana più tardi portavoce ufficiale della Francia gauchiste. Terza bionda (ma artificiale, anche i Verdi usano i colo¬ ranti): Dominique Voynet incaricata del Territorio. Ma torniamo ai maschi. Il povero ministro della Difesa, che tradizionalmente occupava la terza posizione, si ritrova settimo. Si sa, la Sinistra non ama troppo i militari. Agli Interni il «gollista rosso» Jean-Pierre Chevènement. Ma in campo virile, è un'altra la poltrona da sogno: quella su cui siede Dominique Strauss-Kahn. Con Economia-Finanza-Industria centra il sogno inseguito da Edith Cresson: una fortezza ministeriale simile al Miti giapponese con poteri estesi da forza d'urto. Foto di gruppo, sorrisi, lacrime, recriminazioni. E stamane, alle 10: Consiglio dei ministri. La Francia darà spesso lezioni a torto, ma nel formare e mettere al lavoro i governi è il Cari Lewis della democrazia parlamentare. Enrico Benedetto LA SQUADRA Esteri HUBERT VEDRINE [ps] Difesa ALAIN RICHARD [ps] Interno JEAN-PIERRE CHEVENEMENT [Movimento dei Cittadini! Economia DOMINIQUE STRAUSS-KAHN [ps] <Supermlnlstero» Impiego e Solidarietà MARTINE AUBRY [ps] Giustizia ELISABETH GUIGOU [ps] Istruzione CLAUDE ALLEGRE [ps] Trasporti JEAN-CLAUDE GAYSSOT [pcf] Cultura e Comunicazione CATHERINE TRAUTMANN [ps] Agricoltura e Pesca LOUIS LE PENSEC [ps] Ambiento e Gestione del territorio DOMINIQUE VOYNET [verdi] Relazioni con II Parlamento DANIEL VAILLANT [ps] Riforma Pubblica Amministrazione e Decentramento EMILLE ZUCCARELLI [ps] Gioventù a Sport MARIE-GEORGE BUFFET [pcf] Sanità BERNARD KOUCHNER [radicali] \ Affari europei PIERRE MOSCOVICI [ps] Insegnamento scolastico SEGOLENE ROYAL [ps] Qui accanto Jospin con il segretario comunista Hue e nella foto piccola al centro Martine Aubry

Luoghi citati: Francia, Parigi, Strasburgo