Rogo neonazista, brucia un'altra chiesa di Emanuele Novazio

Rogo neonazista, broda un'altra chiesa GERMANIfì Tracciate croci uncinate sui muri. La comunità era impegnata a favore degli extracomunitari Rogo neonazista, broda un'altra chiesa Dopo l'incendio diLubecca danneggiato un tempio evangelico ad Amburgo BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Undici giorni dopo il rogo di una chiesa cattolica di Lubecca, i neonazisti tedeschi attaccano con bombe molotov una chiesa evangelica di Amburgo: i danni sono ridotti, rispetto o quelli provocati dalle fiamme alla parrocchia di San Vicelin, che era stata invece semidistrutta. Ma anche questa volta, sui muri esterni dell'edificio sono stati disegnati con lo spray croci uncinate e altri simboli nazisti. Fra i due attentati potrebbe dunque esserci un legame, ritengono gli inquirenti: anche la comunità evangelica di Amburgo, come quella cattolica di Lubecca, si è infatti mobilitata da tempo in favore degli extracomunitari che vivono nella zona. E l'incendio della parrocchia di San Vicelin, secondo la polizia, era stato provocato proprio dalle prese di posizione in favore degli immigrati più volte assunte dai religiosi della città. Accanto alle croci uncinate, sui muri della chiesa compariva del resto il nome del pastore evangelico Guenter Harig, che ha concesso asilo a una famiglia di algerini minacciati di espulsione dalle autorità tedesche. Secondo il vescovo evangelico di Amburgo Maria Jepsen la prima donna a ricoprire un incarico del genere - l'episodio «è un altro segno di una violenza insensata diretta, ancora una volta, contro la Chiesa», e un altro indizio di «una disposizione alla violenza che si sta diffondendo nella nostra società». La minaccia tuttavia, aggiunge il vescovo, «non ci impedirà di continuare ad aiutare le persone in difficoltà». Anche a Lubecca la comunità cattolica e quella evangelica hanno risposto all'attentato riconfermando la propria disponibilità all'assistenza degli extracomunitari, particolarmente numerosi nella zona e più volte vittime di attentati di matrice xenofoba. Ma il timore che l'episodio di ieri sia un segno di «contagio» è grande: Lubecca, che dista pochi chilometri da Amburgo, nel recente passato è stata al centro di numerosi attacchi di matrice neonazista. Per due volte - nel marzo del 1994 a nel maggio dell'anno successivo - è stato appiccato fuoco alla sinagoga della città. Dopo il primo episodio, che ha rischiato di fare cinque vittime, sono stati arrestati quattro giovani di estrema destra, condannati ad alcuni anni di reclusione. Due anni fa, inoltre, una lettera-bomba è esplosa nella sede cittadina dell'Spd ferendo gravemente un esponente del partito: era indirizzata al vicesindaco di Lubecca, che aveva giudicato troppo mite la condanna inflitta ai cinque giovani accusati dell'incendio della sinagoga. Il 18 gennaio dell'anno scorso l'episodio più grave, anche se sulla sua dinamica gravano ancora molti dubbi: nel rogo di un ostello per extracomunitari sono morte dieci persone e 38 sono state ferite, alcune gravemente. Il processo al giovane libanese Safwand Eid, arrestato poche ore dopo il rogo, dovrebbe concludersi entro la fine di giugno: ma proprio ieri il pubblico ministero ne ha chiesto l'assoluzione. Troppi dubbi hanno infatti indebolito - fino a vanificarle, si direbbe - le accuse che avevano portato alla sua mcriminazione: il dibattimento ha rivelato molte reticenze fra i testimoni a carico, e ha accertato che nella fase istruttoria sono stati sottovalutati importanti indizi su una pista neonazista. Si tornerà ad indagare in questa direzione. Emanuele Novazio

Persone citate: Guenter Harig, Maria Jepsen

Luoghi citati: Amburgo, Amburgo Bonn