L'Orso e l'Uomo dei salotti Così lontani così vicini di Filippo CeccarelliErnesto Galli Della Loggia
ADORNATO L'Orso e l'Uomo dei salotti Così lontani, così vicini ADORNATO E DELLA LOOOIA NAPOLI I tutti gli arcani, di tutti gli enigmi, di tutti i misteri del liberalismo e di Liberal in particolare, il più curioso e affettuoso, in fondo, è quello che riguardala convivenza, in seno alla rivista e qui al convegno, di due personaggi così irreparabilmente diversi tra loro come Ferdinando Adornato ed Ernesto Galli della Loggia. Diversi in tutto e per tutto, diversi - sempre che possa interessare questo tratto vagamente fisiognomico - pure nel modo in cui si lasciano crescere la barba. Ben coltivata, perciò, quella di Adornato, arruffata quella di Galli della Loggia, come si poteva senz'altro notare rimirando i due direttori sul palco, lussureggiante di felci e graziosi fiorellini gialli. A questa diversità assoluta, quasi terminale, veniva da pensare, seppur con bevi sensi di colpa, anche durante la lettura delle rispettive relazioni. Perché sì, in effetti, Adornato sembra fatto per parlare: voce chiara, intonata, pause giuste, toni azzeccati, chiudi gli occhi e ti pare di ascoltare la voce di un documentario. Galli, invece, con i suoi fogli che girano a fatica, e le incertezze, i rinvìi, le aggiunte, le virgolette che non si sa quando si aprono né quando si chiudono, ecco, Galli della Loggia è fatto per essere letto. E i contenuti? Bè, naturalmente anche questi confermano la più gagliarda e palese differenza. «Rinnovarsi o decadere» proclama Adornato, che pure di lì a poco evoca «il tempo storico della rinascita», e comunque invita un po' tutti a «darsi da fare», «preparare il futuro», «riscrivere daccapo», «immettere clorofilla nel concetto di etica pubblica», e via con le sue «quattro modernizzazioni», via con l'auspicato «new deal della scuola», fino alla chiusura: «Credere sull'Italia, puntare sugli italiani» in nome del liberalismo. Più che ottimista, entusiasta. Mentre a Galli pare naturale partire dai punti deboli del liberalismo, dalla sua sconfitta; e quindi segnalare pericoli, porre obiettivi civili faticosissimi, disegnare inevitabili traversate nel deserto della globalizzazione. Con il che, per quanto sorretto da proverbiale ragionevolezza, non c'è dubbio che 2 pessimismo, con la sua inseparabile aletta nera, abbia sorvolato qualche minuto il teatro di corte di Palazzo Reale. Quando si dice una coppia ben assortita, quella dei direttori di Liberal. Pure troppo. In realtà ci sarebbe anche un terzo direttore, lo storico cattolico Giorgio Rumi, ma la sua complementarità anche geografica (vivendo a Milano) lo esclude dal gioco delle differenze. Le quali differenze, d'altra parte, ormai sostantivate da vasta pubblicistica, producono mirabili simmetrie e - con un po' di immaginazione - addirittura metafisiche specularità. Per cui, seguitando a recitare «il repertorio dei contrari» con la dedizione cantilenante, si può dire che tanto Galli della Loggia è teorico, quanto Adornato è pratico; tanto il primo è umorale, quanto il secondo è costante; quanto Ernesto è selettivo, tanto Nando è aggregante. Basta? No, che non basta. Perché Galli è urticante, e Adornato emolliente; Galli diffidente, Adornato fiducioso; Galh conflittuale e provocatorio, Adornato ecumenico e ragionante («Ragiona Italia!» era lo sfortunato slogan elettorale di Alleanza democratica). E ancora: Galli tende ad isolarsi, Adornato ad associarsi; Galli taglia, Adornato cuce (e seduce i finanziatori). Quindi Galli si è formato «contro» il pei, Adornato si è formato «nel» pei; Galli detesta o quasi Pasolini, che invece riconobbe nella Fgci romana di Adornato (e Veltroni) una delle poche isole che si erano salvate dai mostruosi processi di omologazione antropologica. Dopo un breve soggiorno a Repubblica, Galli, già collaboratore di Mondoperaio e fondatore di Pagina, ha lasciato Scalfari. Fondatore di Città futura, Adornato è stato uno dei prediletti di Scalfari. Per un certo periodo Galli della Loggia si è lasciato disgraziatamente coinvolgere da Palmella e La Malfa nell'Alleanza laica. Proprio così come Adornato ha avuto i suoi guai con Occhetto e Segni per via di Alleanza democratica. E così via, quasi all'infinito, per quanto nell'era dissennata della personalizzazione i giornalisti si sentono ancora in dovere di riferire che Adornato, un po' salottiero e festaiolo, possiede un biliardo e va volentieri in tv, mentre Galli della Loggia, un po' orso e asperrimo nemico della tv, si diletta con le carte geografiche e Totò. Amen. Chi e cosa li abbia uniti è un mistero nel mistero di Liberal, rivista che auspica - come da testata - «un incontro tra cattolici e laici», ma intanto offre queste vite parallele e alla rovescia. Filippo Ceccarelli Il ministro di una «convivenza possibile» Nella foto a sinistra Mario Segni Qui accanto Ernesto Galli della Loggia
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