Ulivo battuto, resta Ronaldo

Ulivo battuto/ resta Ronaldo Ulivo battuto/ resta Ronaldo Un nuovo incubo tormenta il Cavaliere SILVIO Berlusconi avrà anche vinto il derby della Bicamerale, sia pure grazie ai gol di un ex come Bossi, tornato a sorpresa a giocare da noi dopo una controversa stagione nel campionato padano. Un successo insperato, da salutare con fair play per gli sconfitti: «Non è stata una sconfitta di D'Alema», è stata la sua prima dichiarazione del dopo partita. Però è ormai chiaro che il leader dell'opposizione non riesce proprio a digerire che Ronaldo lo abbia comprato l'Inter di Massimo Moratti. Quello stesso Moratti, sia detto per inciso, che aveva rifiutato di vestire la maglia del Polo nel torneo per Palazzo Marino poi conquistato ai tempi supplementari grazie alla riserva di lusso Albertini. «Io, quel Ronaldo lì non lo avrei comprato», ha ripetuto ieri Berlusconi ai suoi azzurri convocati per commentare a caldo la svolta del Paese verso il semipresidenzialismo: un cambiamento importante, quasi come se avessero messo i play-off nella serie A. E tutto questo pochi giorni dopo aver espresso le sue preoccupazioni «in nome del Paese» e della sua economia per l'acquisto del brasiliano. Poco importa che Giovanni Agnelli, juventino e forse ulivista, discorrendo di scudetti davanti alle telecamere di Giovanni Minori, gli abbia mandato a dire che criticare Ronaldo significa far la figura della volpe con l'uva. Poco importa anche che Moratti, con un sogghigno divertito, abbia sanzionato un nuovo ribaltone: «Mi dispiace - ha detto il presidente dell'Inter - ma vorrei tranquillizzare chi si preoccupa per gli italiani. Piuttosto mi hanno fatto piacere le parole di Veltroni, l'unico che ha capito la situazione». Quello stesso Veltroni, sia ridetto per inciso, che è tanto ulivista quanto juventino. Berlusconi, ieri, ha cercato una delle sue solite parabole per far capire alla sua squadra la tattica degli avversari. Il leader del Milan parlava delle responsabilità di chi fa politica, e ha citato come esempio «quei presidenti che prima rilevano le società calcistiche e poi non sanno come portarle avanti...». Uno degli azzurri non ha saputo resistere alla tentazione di citare l'Inter e il presidente non ha saputo trattenere la voglia di bocciare chi, con questa storia di Ronaldo, gli ha rubato i titoloni della Gazzetta. Poi, l'allenatore di Forza Italia ha cambiato argomento: «Forza Italia è un prodotto buono, che bisogna però saper vendere - ha detto -. Il problema è che, in questo momento, non siamo in grado di farlo e dobbiamo impegnarci tutti per metterci in condizione». Come sono lontani i tempi in cui il pomeriggio Berlusconi strappava la fiducia al Parlamento e la sera strapazzava nella finale di Coppa dei Campioni un Barcellona ancora privo di Ronaldo. Per fortuna, se il semipresidenzialismo va in porto come dovrebbe, l'anno prossimo si dovrebbe tornare a votare. E poi, male che vada, c'è sempre Capello che torna. Guido Tiberga li calciatore Ronaldo che sta per essere acquistato dall'Inter ha dato a Berlusconi lo spunto per un piccolo «derby» in Bicamerale

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