« Nessuna frattura insanabile »

LA STAMPA « Nessuna frattura insanabile » Cheli: ma doppio turno anche per il Parlamento COME CAMBIA LO STATO FIRENZE ESSUNA insanabile frattura». Enzo Cheli, professore di Diritto costituzionale all'Università di Firenze, non cambia idea («Preferivo il premierato; si colloca meglio nel solco della tradizione parlamentare italiana»), ma non fa drammi. «L'attuale assetto politico italiano, così frammentato, impone mediazioni e progressive aggregazioni che solo il modello parlamentare può garantire, sia pure adeguatamente riletto - spiega -. Ma questo non porta a escludere che anche il modello semipresidenziale possa funzionare bene... Certo, dev'essere adattato alle caratteristiche politiche del nostro Paese». In altre parole: la Bicamerale ha scelto, ma la strada resta tutta in salita: «Il problema maggiore che ora si pone, in Commissione prima e in Parlamento poi, è quello di costruire un "modello italiano" di semipresidenzialismo, che non rappresenti la piatta imitazione di quello francese». Dopo la spaccatura di ieri una intesa resta possibile? Cheli raffredda le polemiche: «La scelta è avvenuta con modalità drammatiche, ma in sé, ripeto, non è stata tale da produrre contrapposizioni insanablili. Nell'ultima stesura della bozza Salvi, i modelli posti a confronto si erano molto avvicinati, fino a coincidere su alcuni punti. L'elemento che più caratterizza la scelta del semipresidenzialismo è indubbiamente l'elezione diretta del Capo dello Stato; ma, se andiamo poi a vedere i poteri che la bozza Salvi conferisce al Presidente eletto, ci rendiamo conto che - salvo la Presidenza, possibile ma non necessaria, del consiglio dei ministri - non sono molto diversi da quelli attuali del Presidente della Repubblica». Al Capo dello Stato, secondo la bozza varata ieri, verrebbe sottratto il comando delle Forze armate, affidandolo al Primo ministro. «In pratica - aggiunge il professore fiorentino - mi sembra che il modello adottato non sia tanto quello francese, quanto una forma intermedia tra il francese e l'austriaco, che assegna al Presidente della Repubblica prevalenti poteri di garanzia». Tuttavia, il testo traccia solo un disegno di massima che dev'essere completato su molti punti. Cheli ne cita due: «La legge elettorale e la posizione del Parlamento nel sistema dei poteri». Sul primo punto, è necessario «giungere a un accordo politico prima della presentazione del progetto al Parlamento». La bozza approvata prevede che il Capo dello Stato venga eletto con uno scrutinio a doppio turno: «Questo consente di favorire la massima aggregazione dei voti sulla persona prescelta - osserva il costituzionalista -; mi sembra che un analogo meccanismo dovrebbe essere adottato anche per le elezioni parlamen¬ tari, come del resto accade in Francia». Una proposta sulla quale pare d'accordo anche Giovanni Sartori, «padre» della proposta semipresidenzialista: «In Italia, il doppio turno è necessario con qualsiasi sistema costituzionale; se non si riduce la frammentazione partitica neanche il premierato può funzionare». Ma, secondo Cheli, resta da approfondire anche la già menzionata posizione del Parlamento nel sistema complessivo dei poteri. «Va precisato meglio il rapporto fra sfiducia e scioglimento; ai fini della stabilità dei governi, andrebbero posti in equilibrio fra loro», sostiene. E si mostra ottimista: «Su questi punti esistono larghi margini per la trattativa e per giungere a un modello finale che possa ricevere i consensi più ampi». Anche Sartori auspica l'intesa; ma la sua analisi parte da altre considerazioni: «Un dato è certo: D'Alema ha sbattuto la testa, inaspettatamente e forse con sua grande sorpresa. Ora rinsavirà? Me lo auguro con tutto il cuore». Mario Tortello Il professor Enzo Cheli

Persone citate: Cheli, D'alema, Enzo Cheli, Giovanni Sartori, Mario Tortello, Sartori

Luoghi citati: Firenze, Francia, Italia