Troppe violenze, giustizia in piazza di Angelo Conti

Troppe violenze, giustizia in piazza Troppe violenze, giustizia in piazza Berat, la folla brucia vivi due giovani 3 E RAT DAL NOSTRO INVIATO La violenza innanzitutto: per imporre la propria legge, per intimidire i rivali, per vendicare le angherie verso gli amici, per vendicarsi delle violenze subite. Va spiegata così la drammatica vicenda di lunedì notte a Berat, la «città delle mille finestre» ricchissima di vestigia storiche, nel Sud del Paese. Qui due giovani sono stati catturati dalla popolazione del quartiere di Kushtrimi, picchiati, processati sommariamente, legati con il filo spinato, trascinati per le strade dietro a un'auto, poi cosparsi di benzina e infine bruciati ancora vivi. I loro corpi carbonizzati sono rimasti al centro di una storica piazza piastrellata da cubetti di porfido, sino a ieri mattina, quando un sacerdote della parrocchie della Nostra Signora è riuscito a dar loro sepoltura. Nell'indifferenza degli abitanti. Arian Avdilaj, di 17 anni, e Edmond Pema, di 25, venivano accusati di omicidi, stupri e saccheggi. La gente li ha tenuti prigionieri per un'intera giornata e qualcuno alla fine ha registrato su nastro la confessione delle violenze che i due avevano compiuto. Durante il «processo» la loro banda ha tentato, armi in pugno, di liberarli. Ne è nata una sparatoria: in terra è rimasto Mike Kajtazi, 19 anni, amico dei due giovani, ed ha perso la vita, a causa di un proiettile vagante, una donna di 80 anni. Respinti i «liberatori», la gente ha dato corso all'esecuzione. Questa la versione raccontata dagli stessi abitanti del quartiere. Secondo la polizia, che nella città dispone appena di una ventina di uomini e che ha rinunciato a contrastare lo strapotere delle bande specializzate nel taglieggiare i camionisti di passaggio, i due giovani sarebbero stati invece eliminati dai loro complici che forse'avevano tradito. Le due vittime erano sino a pochi giorni fa uomini del boss della zona. Poi si sarebbero staccati: per cambiare vita? per mettersi in proprio? per trasferirsi più a Sud per allungare l'area coperta dalle bande? Nessuno lo sa per certo. Ma il «tradimento» avrebbe indispettito il capobanda che ha ordinato un'esecuzione plateale. Proprio domenica, a Berat, aveva compiuto una visita il ministro dell'Interno albanese che, dopo aver ricevuto una delegazione degli abitanti che lamentavano l'eccessiva violenza (80 morti in due mesi), aveva spronato i suoi poliziotti: «L'apatia delle forze dell'ordine e il fallimento della caccia ai criminali hanno posto Berat al di fuori dal mondo». Per garantire la transitabilità delle principali arterie di comunicazione (come prevede il mandato dell'Onu), la Forza multinazionale ha deciso di schierare a Berat un contingente del 151° Reggimento Fanteria Sassari che però prenderà posizione soltanto la prossima settimana. Intanto il solo controllo è operato da episodiche puntate dei bersaglieri del Friuli, che hanno base a Valona. Angelo Conti

Persone citate: Arian, Berat, Edmond Pema, Mike Kajtazi

Luoghi citati: Friuli, Sassari