Chiusa la telenovela delle feluche di Maurizio Molinari
Chiusa la telenovela delle feluche Un quadrumvirato per il dopo-Foresti con altri due diplomatici e Angioni Chiusa la telenovela delle feluche A Tirana andrà Spatafora ROMA. IL segretario generale della Farnesina Boris Biancheri ha reso noto ieri sera in una riunione ristretta con i presidenti delle commissioni Esteri e Difesa del Parlamento la nomina di Marcello Spatafora a nuovo ambasciatore italiano a Tirana. Oggi pomeriggio il Consiglio dei ministri presieduto da Walter Veltroni ratificherà, su proposta di Lamberto Dini, la decisione. Il prescelto per la sostituzione di Paolo Foresti è l'attuale capo della sede diplomatica di Canberra, in Australia, dove sta concludendo la sua missione iniziata nel 1992. Spatafora, già numero due a Beirut dal 1973 al 1977, è stato ambasciatore a Malta e Kuala Lumpur prima di ricoprire il delicato incarico di responsabile dell'unità della Farnesina che controlla la vendita degli armamenti all'estero. Insieme a Spatafora è in arrivo a Tirana anche un giovane diplomatico, Vittorio Surdo, cui spetterà il compito di guidare la «delegazione speciale» che affiancherà l'ambasciata. Spatafora e Surdo completano così il team italiano incaricato di gestire la missione Alba, che comprende anche il generale Franco Angioni, commissario straordinario presso Palazzo Chigi, e l'ex ambasciatore a Teheran, Gianni Castellaneta, che lo affianca rappresentando la Farnesina. La nomina di Spatafora giunge al termine di due settimane di fuoco della nostra diplomazia iniziate prima con la decisione di richiamare Paolo Foresti, in seguito alla pubblicazione in Albania di alcune sue intercettazioni telefoniche, e poi con quella di revocare la nomina a suo successore di Manfredo Incisa di Camerana, questa volta a causa di alcune interviste alla stampa italiana. Spatafora, classe 1941, ha in comune con Incisa di Camerana l'appartenenza al gruppo dei cosiddetti «diplomatici giovani» e il grado di ambasciatore di prima classe, a conferma della decisione del governo di elevare di rango la nostra sede in Albania. Chi lo conosce da vicino, descrive Spatafora come un diplomatico di carriera molto riservato e rispettoso delle consegne. Forse queste caratteristiche hanno influenzato la decisione di Dini e Prodi che avevano chiaramente detto di cercare un ambasciatore «capace di stare zitto». A nomine fatte resta però ora da chiarire la gerarchia dei rapporti e delle responsabilità all'interno del team italiano per evitare che gli inevitabili imprevisti causino dei pericolosi corto-circuiti fra Palazzo Chigi, Farnesina e ministero della Difesa. Paolo Foresti è atteso ora a Roma nei prossimi giorni, da dove raggiungerà poi Parigi, dove da tempo è stato designato a guidare la nostra rappresentanza presso l'Unione Europea Occidentale. Il passaggio delle consegne a Tirana tuttavia potrebbe tardare qualche giorno a causa dei problemi logistici del trasferimento di Spatafora da Canberra. Anche se la Farnesina vorrebbe un ricambio veloce per consentire al nuovo ambasciatore di essere presente nel cruciale periodo che precede le elezioni del 29 giugno, peraltro ancora in forse a causa dei disaccordi fra il presidente Sali Berisha e l'opposizione socialista. Fra le prime richieste coi il nuovo ambasciatore dovrà rispondere vi è già quella del premier albanese Bashkim Fino di aumentare il numero dei soldati e degli osservatori in occasione della giornata delle votazioni (e del ballottaggio la settimana seguente). Con la decisione di oggi il governo intende chiudere una volta per tutte il «caso Tirana», e in effetti la nomina in tempi brevi è destinata a far rientrare molte delle pressioni annunciate da Verdi e Rifondazione con il tacito assenso del pds. Il Polo, che chiede con l'ex generale Ramponi (An) di «smetterla di far male all'Ita¬ lia», sembra invece determinato a mantenere aperta la vicenda Foresti. Antonio Martino, ex ministro degli Esteri e responsabile esteri di Forza Italia, ha accusato il governo di «non aver difeso» il proprio ambasciatore pregiudicando così i rapporti con Berisha. E alleanza nazionale con il suo capo del settore internazionale Mirko Tremaglia, ha chiesto di «vederci chiaro» su «una vicenda che svela la crisi della nostra diplomazia». Sarà comunque oggi lo stesso ministro degli Esteri, Lamberto Dini, a rispondere sulle scelte in Albania intervenendo al Senato prima in aula e quindi davanti alle commissioni Esteri e Difesa riunite. Maurizio Molinari La sede della rappresentanza diplomatica italiana a Tirana e l'ambasciatore Paolo Foresti Oggi sarà ufficialmente annunciato il nome del successore
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