Le mutandine sponsorizzate di Stefano Bartezzaghi

Cw-amt Idea choc nel tennis, pubblicità sotto i gonnellini delle atlete Le mutandine sponsorizzate AParigi si svolgono gli Internazionali di tennis, e sono giornate di vento. Durante le partite (femminili), tale fenomeno atmosferico richiama gli sguardi (maschili) a quelle aree che il gonnellino riesce normalmente a coprire (quando la ventilazione, direbbe Ciotti, è «inapprezzabile»). Fin qui siamo ancora nella tradizione, il voyeurismo è una notoria componente dello spettacolo sportivo. A restituire un po' di perversione a questi ormai innocenti baluginii di reconditi tessuti e cute, è ora arrivata un'idea: apporre sulle candide mutandine delle tenniste una scritta pubblicitaria. A ogni gol, del resto, il calciatore RavanelLi alza la maglietta sopra la faccia e rivela la biancheria con relativo sponsor. Perché la canottiera di Ravanelli sì, e il disotto di Martina Hingis no? Sono paragoni che potrebbero portare lontano, forse troppo lontano per una semplice ipotesi che a quanto si sa non è stata neppure avanzata da un'azienda, o da una tennista. Solo un'idea, ecco, condita con qualche abbinamento scherzoso fra tenniste e possibili prodotti nazionali: la Hingis e l'emmental, la Seles e gli hamburger, e così via. L'unico aspetto davvero insolito dell'ipotesi è proprio il fatto che sia solo un'ipotesi. Sono idee, queste, che di solito si realizzano ancor prima che qualcuno le formuli, e ben presto lo «sponsor», con quel bel nome coniugale, accamperà diritti sull'intunità dei suoi partner (commerciali). Il corpo del campione è un'azienda: ne dispone un ufficio marketing. Ma gli occhi degli spettatori? Il celebre proverbio cinese dice: quando indichi la luna, lo sciocco guarda il dito. A Pechino inventeranno un nuovo proverbio per coloro che, quando si alza il vento, leggono il nome dello sponsor. Stefano Bartezzaghi

Persone citate: Ciotti, Hingis, Martina Hingis, Ravanelli, Seles

Luoghi citati: Pechino