Il personaggio diventa fotografia

Al Castello di Rivoli una mostra con noti volti fìssati nell'obbiettivo da Corbijn Al Castello di Rivoli una mostra con noti volti fìssati nell'obbiettivo da Corbijn Il personaggio diventa fotografia L'olandese «scruta» il mondo dello spettacolo Anche un 'esposizione dedicata all'arte italiana Personaggi famosi e un'indagine intorno alla pittura del Novecento. Giovedì 5 giugno, alle ore 19, si inaugurano al Castello di Rivoli, Museo d'Arte Contemporanea, le mostre: «Anton Corbijn» e «Pittura italiana da collezioni italiane 1967-1997» (dal 6 giugno per il pubblico, sino al 21 settembre). ANTON CORBIJN. Curata da Ida Gianelli, la raccolta di fotografie dell'olandese Anton Corbijn pone l'accento su un percorso che lega l'immagine in bianco e nero di Martin Scorsese a quella di Pavarotti, la figura del poeta Alien Ginsberg a quella di Sting, sino alla modella Naomi Campbell, al cantante Bob Dylan, all'attrice Isabella Rossellini ripresa a New York nel 1993. Presente con personali allo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1994 e alla Zeno X Galerie di Anversa, il quarantenne fotografo «si comporta scrive Brian Eno nel catalogo edito da Shirmer/Mosel - come se la cosa non avesse importanza; certo, facciamo qualche foto dal momento che siamo qui, ma senza disturbare nessuno. E' questa la I caratteristica che tutti apprezza¬ no in lui: il rispetto per ciò che sta accadendo, la riluttanza a imporre la sua presenza, il tempismo. Anton rende lieve ogni cosa, ti fa capire che non ne va della tua vita...». E fra i numerosi volti noti da vedere, emergono Dennis Hopper ripreso a Beverly Hills e Tom Jones a Las Vegas, l'attore Clint Eastwood a Cannes e Mick Jagger a Toronto, Steven Spielberg a Santa Cruz. PITTURA ITALIANA. Con la rassegna dedicata alla pittura italiana dal 1967 al 1997, Giorgio Verzotti ha inteso indagare su trent'anni di ricerche ed esperienze e «vengono esposti particolari cicli di lavori, legati a particolari periodi dell'attività di ciascun artista, senza tendere alla completezza...». E in tale direzione, si possono vedere i dipinti dal 1966 al 1970 di Alberto Burri, che ha detto: «La pittura per me è una libertà raggiunta e difesa con prudenza». Dai combusti fogli di plastica di Burri, si passa a Francesco Lo Savio e alle opere degli Anni Settanta di Giorgio Griffa, che proprio in quel periodo ha scritto: «Non faccio a tempo a finire i miei lavori. Non posso stendere il colore sino alla fine della tela, perché nel frattempo la vita è passata avanti». Negli arazzi di Alighiero & Boetti il colore è sicuramente l'elemento determinante della composizione e negli altri autori si scoprono i materiali di Vettor Pisani, la lirica astrazione di Nicola De Maria, le «immagini di sapore arcaico» di Mario Merz e le «pietre» di Anselmo, Stefano Arienti e le artiste Eva Marisaldi e Grazia Teodori che ha affermato: «Vorrei raggiungere la lontananza dell'Infinito di Leopardi». [a. mi.] Il cantari ta Kurt Cobain. defunto leader dei Nirvana, in una foto di Corbijn del '93

Luoghi citati: Amsterdam, Anversa, Cannes, Las Vegas, New York, Rivoli, Santa Cruz