Scandalo dei vigili, 74 a processo
Giudizio concluso per alcuni: 9 condanne e 25 patteggiamenti Conclusa dopo due anni la maxi-indagine, coinvolti anche agenti della Stradale Scandalo dei vigili, 74 a processo «Sepaghi, ti tolgo la multa» Sarà un maxiprocesso, in tribunale, quello che si aprirà a metà febbraio contro 74 tra vigili, poliziotti della stradale e piccoli imprenditori, coinvolti nella mega inchiesta dei pm Enrica Gabetta e Giuseppe Ferrando che ha sconvolto il corpo di Polizia municipale. Ieri, a conclusione dell'udienza preliminare, l'impianto accusatorio dei due pm che hanno portato alla luce i favori e le mazzette dei «civich», ha retto in pieno: avevano chiesto al gip Simonetta Rossotti 111 rinvìi a giudizio. Di questo piccolo esercito, solo per tre persone l'accusa è caduta, per prescrizione. Tutti gli altri o hanno patteggiato (25 imputati), o hanno chiuso con il rito abbreviato (nove condanne) oppure compariranno in tribunale il 16 febbraio: altre 74 persone. L'indagine, che ha riempito montagne di verbali, ha coinvolto una ventina di ufficiali del corpo, compresi due comandanti vicari (Lucio Coltellini e Donato Gorrasi), il capo dei vigili di guardia al Municipio Sergio Vercehino, il comandante della scuola dei vigili Mario Bollatto e il dirigente Domenico Benini. E nell'inchiesta è finito anche qualche personaggio famoso: come il calciatore Roberto Baggio, la cui posizione è stata archiviata, per il quale si erano dati da fare ben sei vigili, che hanno commesso reati (almeno secondo l'accusa) per restituirgli la patente dopo una multa per eccesso di velocità. Era cominciato tutto nella primavera del '95, quasi in sordina: i pm erano partiti dallo stralcio di un'inchiesta astigiana, su controlli «ammorbiti» della Polizia stradale. A giugno erano scattati i primi arresti, quando un imprenditore confessò: «Pagavamo la Stradale, ma anche i vigili, perché chiudessero un occhio sul sovraccarico dei camion: anziché farci verbali da 800 mila lire, davamo a loro la metà, e il verbale spariva». I magistrati passarono al setaccio il reparto dei motociclisti. Renato Fratone, uno dei primi arrestati, confessò: «C'è una cassa comune, in cui versiamo le mazzette. Usiamo i soldi per fare regali ai colleghi che si sposano, o a quelli che vanno in pensione, e per fare pranzi e cene tra noi. Quel che resta lo dividiamo in parti uguali». I soldi arrivavano accelerando pratiche di revisione, scortando carichi eccezionali per evitare controlli agli autisti, chiudendo un occhio sui carichi dei camion. «In cambio arrivavano 50 o 100 mila lire alla volta. A Natale, ci regala vano buoni benzina: da 500 mila a due milioni per ogni "favore"». Un malcostume diffuso. Le dichiarazioni di Pratone fecero cadere pa recchie teste. Scattarono altri ar resti. E, soprattutto, si aprirono altri fronti d'indagine: i pm arrivarono all'ufficio patenti e all'ufficio verbali. L'ufficiale Ugo Doria confermò: «Un favore non lo si rifiutava: a un superiore, un collega, un amico dei capi. Ma non lo face vamo per soldi: erano solo corte sie». Nell'elenco degli indagati fi nirono gli ufficiali, i dirigenti, i comandanti vicari. Tra questi «favori» i pm hanno scoperto decine e decine di patenti e carte di circolazione restituite indebitamente: gli automobilisti pagavano la multa, ma si risparmiavano la sospensione della patente o il ritiro della carta di circolazione. Decine di contravvenzioni sono invece state strappate: anche a parenti stretti di alcuni ufficiali. Il grosso degli imputati risponde di abuso di ufficio. Un gruppo più ristretto risponde anche di falso e soppressione di documenti. Per quasi tutti gli automobilisti l'indagine è stata archiviata, perché non si è potuto dimostrare che erano a conoscenza delle «violazioni» commesse dai loro amici. Per cinque vigili è scattata l'ac- cusa di corruzione: tra questi (oltre a Pratone) Piero Mussano e Michele Cassotta, condannati ieri con rito abbreviato rispettiva¬ mente a due anni e un anno e 4 mesi. Ieri il gip Rossotti ha condannato anche i vigili Massimo Martignoni (6 mesi), Gerardo Bergamino (5 mesi), Federico Dalla Torre (4 mesi). Otto mesi a Silvana Angeloni, sorpresa con un pacco di verbali che doveva distruggere su incarico di Pratone; 10 mesi a Silvana Chiesa, imprenditore che ebbe dei favori dai vigili accusata di concorso in falso e abuso. Tra i 74 rinviati a giudizio, ci sono l'ex comandante vicario Gorrasi e il «super-pentito» Pratone. Giovanna Favro Nino Pietropinto Giudizio concluso per alcuni: 9 condanne e 25 patteggiamenti Nell'indagine sono rimasti coinvolti 76 vigili urbani, tra questi Piero Mussano (foto sotto) è già stato condannato a due anni per corruzione Uno dei due comandanti vicari, Donato Gorrasi (a sinistra), che è stato rinviato a giudizio
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