Mistici nascosti in mezzo a noi
Da Eckhart a un segretario dell'Orni Da Eckhart a un segretario dell'Orni Mistici nascosti in mezzo a noi mistici sono tra noi. Non ce bisogno di andare al Medioevo, a Maestro Eckhart («Dio nasce dentro il tuo nulla»), ad Angela da Foligno («Interiormente l'anima grida»), o al gran «fuoco» mistico in Castiglia: a Teresa d'Avila («Vieni morte di nascosto, morte preziosa!»), a Giovanni della Croce («Notte oscura, o notte più piacevole dell'aurora»). I mistici sono tra noi, mistici autentici, anche in questa stagione storica invaghita di una spiritualità da supermarket, tipo Coelho, De Mello, Redfield. Ed è questa scoperta che deve aver condotto l'editore Leonardo Mondadori a lanciare una collana di testi, curati e presentati con esemplare sobrietà da Marco Vannini, intitolata appunto «I Mistici», della quale escono ora i primi quattro volumi. Il primo testo, è vero, viene pescato nel grande Medioevo, al tempo delle lotte per le investiture: è la Lettera d'oro di Guglielmo di Saint Thierry, abate benedettino, immerso nella vita dello spirito, tutto dedito alla ruminano delle Scritture («Jocunda ruminatio psalmorum», diceva san Bernardo) e, tuttavia, compassionevole verso la «carne» («Dobbiamo avere, anche se poca, una certa cura della carne»). Gli altri tre testi emergono invece dal nostro tempo. Due sono scelti dal mondo del Carmelo. A piedi nudi raccoglie le testimonianze di cinque carmelitane scalze, prese dall'innamoramento di Dio, ma non sganciate dagli uomini («Cerco Dio e in lui scopro le creature da amare e il loro valore»). La scelta di Dio è invece una raccolta di lettere di Edith Stein, la carmelitana proveniente dall'ebraismo, deportata e morta in un Lager nazista nel 1942, che anche in monastero non mortifica la sua passione per la ricerca filosofica, si rifugia nella dolcezza della preghiera, ma non abbandona il mondo alla sua desolazione, non tralascia di fare doni dello spirito agli altri («Quando uno arriva da noi stanco e abbattuto e può portarsi via un po' di pace e consolazione, ne sono veramente felice»). Ma è il quarto volume che potrebbe costituire quasi una sorpresa. E' Tracce di cammino, un quaderno di pensieri di Dag Hammarskjold, l'uomo politico svedese, luterano, segretario dell'Onu, perito in un incidente aereo nei cieli del Congo nel 1961. Lo dicevano un poeta, un umanista. In realtà, era un mistico che si nascondeva dentro il Palazzo di vetro, nutrito dagli antichi maestri dello spirito. Nelle sue annotazioni scorrono l'incessante ricerca del volto di Dio («Mostra la luce del tuo volto, e saremo integri»), la convinzione dell'operare quotidiano di Dio nel mondo («Ogni mattina, il mondo sarà creato di nuovo, perdonato: in te, da te») e, insieme, la donazione di se stesso al servizio di tutti («gli uomini, i nostri signori in Dio»). I mistici, dunque, sono tra noi, nel nostro tempo, ed è bello che qualcuno sia andato a cercarli e li proponga al pubblico e continui ad andarne in cerca. Si scopre così che la ruminatio spiritualis non è solo dei monasteri, ma che c'è anche una «contemplazione sulla strada», come diceva Carlo Carretto, altro mistico dei nostri giorni. Magari, come per Hammarskjold, possono svelarsi sorprese mistiche anche in personaggi della nostra politica pur così screditata, come in un Giovanni Bianchi, poeta, condannato oggi a fare il presidente di un partito democristiano, che scorge il suo Signore anche nella realtà più banale e quotidiana: «Dio, che appari all'alba / dietro il carro dei netturbi- ni». Domenico Del Rio
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