Sommerso, mille miliardi al giorno di Bruno Gianotti

Calcolato per le Finanze il volume dei redditi nascosti: 365 mila miliardi Tanno Calcolato per le Finanze il volume dei redditi nascosti: 365 mila miliardi Tanno Sommerso, mille miliardi al giorno Visco: tasse più leggere dal '98 ROMA. Basterebbe tassare un po' di reddito sommerso, quel pianeta nascosto che produce per mille miliardi al giorno, per quadrare i conti dello Stato e il rapporto tra deficit e Pil, senza ricorrere a manovrine ed Eurotasse. La stima dei mille miliardi quotidiani (365 mila l'anno) emerge da una fonte più che qualificata: lo studio redatto da Secit, Sogei, Inps, Istat e Bankitalia su commissione del ministro Visco. Tutto reddito sommerso, nascosto dai «Majorca delle tasse» statisticamente residenti in maggioranza al Sud: 124 mila miliardi dal commercio, 183 mila dai servizi, 94 mila dall'industria. Lo studio dice che «nasconde» l'idraulico come il muratore, il consulente aziendale, persino il commercialista e il medico, ma c'è chi riesce a gonfiare i costi per scalarli dalle tasse: altri 130 mila miliardi che i tecnici imputano agli impieghi intermedi (633 mila miliardi per la contabilità nazionale, ma 760 mila dichiari al Fisco). Tutte cose risapute: non c'era bisogno degli esperti per scoprire il mondo dell'evasione fiscale. E' piuttosto la quantità del sommerso a far notizia: 365 mila miliardi equivalgono al 15% di quel prodotto interno lordo che il governo promette di far sabre dell'l%-2%. Se venissero tassati con un'aliquota media del 20%, produrrebbero 73 mila miliardi (l'equivalente di 5-7 Eurotasse). Ma non sono tassabili, se non in piccola parte: pena la «morte» di intere regioni. La morale dello studio, alla fine, conferma un altro paradosso italiano: troppi sono costretti a evadere per sopravvivere perché il peso delle tasse è tanto alto che non conviene «emergere»: molte attività non soprawiverebbero e altre non sarebbero avviate. Così in Campania sfugge all'erario il 64,2% del valore aggiunto calco¬ lato dall'Istat, in Basilicata si arriva all'83% e in Lombardia al 19%. Per i prossimi tre anni, l'orizzonte delle tasse appare però più sereno. Lo promette il ministro delle Finanze Vincenzo Visco che nel Dpef, il documento di programmazione economica e finanziaria, prevede dal 1998 un calo della pressione fiscale: diminuzione dell'0,6% in rapporto al Pil (con 10 mila miliardi di imposizione) e niente più Eurotassa. In sostanza, è scritto nel testo: «Gli interventi riguarderanno in parte le imposte indirette, la componente meno dinamica delle entrate». Il governo giudica che una manovra sull'Iva non possa riaccendere l'inflazione e annuncia che «non appare procrastinabile oltre il triennio» l'aliquota-ponte del 16%. Per il resto, il Fisco punterà con decisione proprio sul «sommerso» da 365 mila imbardi grazie agh studi di settore «che consentiranno un'azione più efficace e selettiva di accertamento»; in più, arriverà gradualmente la semplificazione degli adempimenti dei contribuenti (dichiarazioni e versamenti fiscali e contributivi unificati), maggiore ricorso agli accertamenti con adesione e alle concibazioni giudiziali), potenziamento e miglioramento della gestione dei controlli. I primi questionari per gli studi di settore sono già partiti. Destinazione, 10 categorie e in autunno arriveranno ad altre 28. Per ora tocca a pasticcieri, panettieri, fabbricanti di paste alimentari, marmisti, mobilieri, fabbricanti di abbigliamento e di calzature compilare i moduli. Esentato chi ha dichiarato oltre 10 miliardi di giro d'affari annuale, ha avviato l'attività nel 1996 o l'ha cessata dopo il 31 dicembre '94. Bruno Gianotti TOTALE NON DICHIARATO 244.710 Il ministro delle Finanze Vincenzo Visco TOTALE NON DICHIARATO 244.710

Persone citate: Majorca, Vincenzo Visco, Visco

Luoghi citati: Basilicata, Campania, Lombardia, Roma