L'Fmi dà i voti
I/Fmi dà i voti I/Fmi dà i voti «Giusta parità per lo Sme» WASHINGTON. La parità di rientro della lira nel meccanismo di cambio del sistema monetario europeo appare «vicina a un livello sostenibile nel lungo periodo e coerente sia con il Patto di Stabilità, sia con la convergenza dell'inflazione italiana verso la media dell'Unione Europea». Per la prima volta il Fondo Monetario Intemazionale certifica ufficialmente la validità economica del livello di reingresso della moneta italiana, concordato nello scorso mese di novembre in una dura trattativa tra le autorità monetarie italiane e i partner comunitari. Ma aggiunge, allo stesso tempo, che va mantenuta a tutti i costi la strategia di risanamento della finanza pubblica e di moderazione salariale. L'incoraggiamento è contenuto in un dettagliato rapporto appena reso pubblico e preparato dopo la discussione collettiva dedicata all'Italia lo scorso 4 aprile dal Consiglio direttivo dell'istituzione di Washington. Il Fondo appoggia il progetto di riforma dello Stato Sociale predisposto dalla Commissione Onofri, del quale il documento fornisce un'accurata sintesi, definendolo «un'ambiziosa revisione del sistema». E lancia un avvertimento: la fiducia del mercato nella lira non può mai essere data per scontata. «Malgrado il chiaro rafforzamento della fiducia registrato durante il 1996 - si legge nel documento - i mercati finanziari potrebbero ancora nutrire un sostanziale livello d'incertezza sulle prospettive finanziarie dell'Italia. Gli sviluppi sul mercato sono apparsi riflettere, insomma, quei giochi di convergenza che, come dimostra l'esperienza passata, possono degenerare rapidamente e distruttivamente quando la fiducia è influenzata avversamente». La raccomandazione del Fmi per evitare nuovi circoli viziosi è esplicita: «Considerando i costi e i limiti di un eccessivo affidamento alla politica monetaria, le condizioni essenziali perché la lira partecipi con successo al meccanismo di cambio dello Sme risiedono in un risanamento della finanza pubblica che sia sostenuto e permanente nei suoi effetti e nella prosecuzione della moderazione salariale». Tornando alla lira, il rapporto del Fondo, un documento di 136 pagine intitolato «Italia, sviluppi economici recenti e temi selezionati», analizza in dettaglio il reingresso della lira nello Sme. E conclude, che il livello di mercato della moneta italiana sulla base del quale è stata fissata la parità di rientro di 990 lire contro marco appare sostenibile, da diversi punti di vista. Guardiamo innanzitutto alla competitività: lo scorso novembre il tasso di cambio reale della lira basato sul costo del lavoro unitario (Ulc) si collocava allo stesso fivello del 1979 (e leggermente al di sotto di quello dell'inizio dell'86) nei confronti del franco francese. Diverso il discorso per il marco nei confronti del quale, adottando lo stesso criterio, la lira restava in quel momento «sostanzialmente deprezzata».
Persone citate: Onofri
Luoghi citati: Italia, Washington
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