Waigel apre a Tietmeyer di Emanuele Novazio

SU KOHL Waigel apre a Tietmeyer Il governo ora cerca un compromesso SU KOHL BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Mentre non si placano le polemiche all'interno del governo tedesco sulla scelta dei mezzi per colmare i buchi di bilancio (i liberali continuano a minacciare di andarsene in caso di aumenti fiscali), il ministro delle Finanze Waigel tende la mano alla Bundesbank per disinnescare l'altro ordigno che grava sul futuro politico di Helmut Kohl, la contestata rivaluzione delle riserve auree federali. Lasciando al Cancelliere il compito di ammonire severamente i «guardiani del marco», per convincerli al compromesso: «Abbiamo ottime ragioni per rivalutare subito le riserve auree», ha detto Kohl in Svizzera. Più moderato Waigel, in quello che appare uno studiato gioco delle parti: «Potremmo rinviare la rivalutazione all'anno prossimo», ha fatto sapere il ministro con una piccola ma significativa apertura. Contemporaneamente, Waigel e il Cancelliere - che l'esplosiva situazione politica tedesca ha costretto ad annullare la partecipazione all'assemblea dell'Ueo, in programma mercoledì a Parigi - confermano l'intenzione di chiedere al Parlamento la modifica della legge sulla Bundesbank: in modo da potere intervenire sulle riserve auree in qualsiasi momento. Mano tesa ma un avvertimento, insomma: se Tietmeyer rifiuterà il negoziato, si procederà comunque all'attuazione del piano alle condizioni di Bonn. Ma accetterà, la Bundesbank? Finora non ci sono risposte ufficiali alle parole di Waigel: nei giorni scorsi, tuttavia, Tietmeyer aveva sottolineato la necessità di non procedere ad alcuna rivalutazione delle riserve «prima dell'avvio dell'Urne», nel '99. Ma qualificati ambienti della Buba avevano fatto intendere che la scadenza «non poteva precedere» la scelta dei Paesi che entreranno nell'Unione fin dal suo avvio. Questa decisione sarà presa nella primavera del '98: un margine per il compromesso esiste, dunque. Non si attenua, nel frattem- po, la campagna della Bundesbank contro un progetto considerato «una sfida all'indipendenza della Banca d'emissione», «una mina per la stabilità della moneta unica», e un vero e proprio trucco contabile. Anche i principali commentatori insistono nelle critiche al progetto di Waigel, mentre socialdemocratici e verdi confermano che domani presenteranno una mozione di sfiducia contro il ministro, del quale reclamano le dimissioni. Quella che si sta sviluppando è una guerra di posizione, nella quale l'apertura di Waigel è accompagnata da un fuoco incrociato di sbarramento. Dalla Svizzera, ieri, Kohl ha ribadito che la prevista rivalutazione non significherebbe «in alcun modo» un attacco alla Banca centrale: il go¬ verno del resto non ha mai pensato a una vendita dell'oro federale, insiste il Cancelliere, e non c'è ragione di inquietarsi dunque. E con una rara esibizione di unanimità, i 17 membri del Direttorio si sono mobilitati davanti al Paese. Proprio questa è una delle armi più efficaci sulle quali può contare Tietmeyer: i sondaggi confermano che l'opinione pubblica si è schierata compatta con la Bundesbank. Portando ad ogni costo lo scontro in Parlamento, del resto, il Cancelliere correrebbe il rischio di una clamorosa bocciatura: il suo governo dispone di soli 10 voti di maggioranza, ma i franchi tiratori potrebbero essere più numerosi. Avviata nei giorni scorsi, la campagna di «sensibilizzazione» della Buba è continuata ie- ri: «La Germania non può perdere il suo ruolo di guardiano della stabilità monetaria», ha detto un influente membro del Direttorio, Edgar Meister. E Wendelin Hartmann: «Il piano di Bonn mina la credibilità dell'Euro». Se un compromesso non sarà trovato, è opinione diffusa che la Bundesbank intensificherà questa inedita «tattica della comunicazione», rivolgendosi direttamente ai mercati e agli operatori finanziari di tutto il mondo. Sullo sfondo, lo spettro di un indebolimento forse fatale dell'Euro; e il possibile fallimento del progetto che Kohl ha mostrato di porre al primo posto, nelle priorità politiche del suo cancellierato. Emanuele Novazio «La rivalutazione delle riserve può slittare anche di un anno» Socialdemocratici e verdi chiedono le dimissioni del ministro Il cancelliere federale tedesco Helmut Kohl

Luoghi citati: Bonn, Germania, Parigi, Svizzera