I Templi orfani delle ruspe

Agrigento: la folla protesta e la ditta rinuncia chiedendo la revisione dei prezzi dell'appalto Agrigento: la folla protesta e la ditta rinuncia chiedendo la revisione dei prezzi dell'appalto I Templi orfani delle ruspe Niente demolizioni, primo round agli abusivi AGRIGENTO DAL NOSTRO INVIATO Il manipolo di disperati, «pronti a tutto, anche a fermare le ruspe col proprio corpo», guadagna il muro di cinta del museo archeologico - sede della Sovrintendenza - alle prime luci dell'alba. Mossa forse azzeccata, se è vero che è servita per scongiurare il minaccioso sferragliare dei caterpillar, allertati per ieri mattina, ma successivamente bloccati da un «ripensamento» della ditta appaltatrice che non si è presentata reclamando una provvidenziale (per gli abusivi) «revisione prezzi». Non ò l'esercito preannunciato: forse un centinaio di donne rumorosissime, questo sì - accorse a sventolare ironicamente le chiavi delle loro case abusive, quasi ad utilizzarle come «esca» per convincere la sovrintendente, Graziella Fiorentini, ad uscire allo scoperto, fuori dal fortilizio protetto dagli agenti. Ma la dottoressa Fiorentini non abbocca e si guarda bene dal farsi vedere. Il suo nome viene continuamente evocato («è in Prefettura», «no, è tornata e l'hanno fatta entrare di nascosto», «no, se ne sta comodamente a casa sua, a Palermo, mentre qui schiattiamo sotto il sole»), ma lei non si materializza. E' il nemico più gettonato, la sovrintendente. Insieme col «diavolo», Beppe Arnone, l'ambientalista ritenuto ispiratore dei guai in cui versa il popolo degli abusivi della Valle dei Templi. Fa caldo sotto il Tempio della Concordia e la pietra di tufo dorata diventa incandescente come gli animi di questi manifestanti che si sgolano per spiegare che non sono le loro case a deturpare il fondale naturale su cui si stagliano le colonne doriche. «I palazzoni che la tv fa vedere alle spalle dei Templi sono le case della città di Agrigento». «Le nostre abitazioni non si vedono neppure. Alcune sono a pochi metri dal mare, come possono fare da velo ai monumenti che stanno in alto?». Certo, anche il popolo degli abusivi qualche bugia la dice. Come per esempio, quando non si sbilan- ciano nel chiarire quanti siano gli «inquilini prima casa» e gli altri, proprietari di costruzioni destinate alla villeggiatura. Come si può, d'altra parte, pretendere chiarezza da una storia che si è incancrenita in 30 anni di immobilismo, furbizie elettorali, tacite promesse e assicurazioni generiche sul fatto che «mai nessuno caccerà via gli abitanti della Valle dei Templi»? Così oggi assistiamo ad un discorso tra sordi, fra chi cioè trae valutazioni razionali dalle «fredde carte», che certificano l'illegalità di quelle 600 case, e chi non può usare la logica senza temere di restare all'addiaccio. In mezzo ci stanno i furbi e gli opportunisti, magari attratti dall'araba fenice di qualche voto in più. Tra piccoli blocchi stradali, richieste di colloqui mai accolte, scaramucce, spintoni e insulti ai giornalisti, «rei» di vedere la situazione «con gli occhi del diavolo Arnone», va via la prima parte della mattinata. Stanco di attendere la Sovrintendente, stremato dalla canicola, il popolo degli abusivi si sposta, quindi, davanti alla Prefettura. La tensione è sempre alta, arrivano altri agenti, il dialogo coi giornalisti sembra definitivamente compromesso. Benedetta dal Cielo, arriva via fax la comunicazione dell'impresa appaltatrice (Scesam), che fa da sfiatatoio alla pentola a pressione. In fondo in fondo, un sospiro di sollievo possono tirarlo tutti: il questore e il prefetto, oppressi da enormi responsabilità di ordine pubblico ma anche gli abusivi che vedono attenuarsi l'angoscia delle ruspe. Una piccola tregua per loro, alla ricerca di una improbabile sanatoria. Sarà davvero difficile la soluzione di questo imbroglio trentennale. Qualche piccolo vantaggio potrebbe andare anche all'impresa che, se non dovesse ottenere la revisione prezzi, potrebbe ripiegare su una rescissione del contratto e la pretesa del pagamento di una penale. Il 10 per cento dell'ammontare dell'appalto: sarebbero 30 milioni senza muovere un dito, come sottolinea il sindaco di Agrigento, Calogero Sodano. Con simili complicazioni burocratiche si allontana il giorno delle ruspe. Tranne che non passi la proposta del verde Athos De Luca, che invoca l'intervento del genio militare «per ripristinare la legalità in un luogo da considerarsi patrimonio non solo dei siciliani ma del mondo intero». E il portavoce dei Verdi, Luigi Manconi, rincara la dose chiedendo l'abolizione dello Statuto speciale. Quando cala la sera la tensione si è allentata. La signora Loredana Carrubbia non grida più, il capopopolo Italo Di Stefano abbandona la piazza, tutti tornano nelle loro case, abusive eppure ancora una volta «salve», anche se non per sempre. Il vecchio contadino cerca conforto: «Perché per 30 anni non mi hanno detto nulla? Ho pagato persino l'Idi, mi hanno portato l'acqua, ho versato i soldi della rivalutazione, mi chiedono la tassa suH'immondizia e poi mi dicono che per il catasto non esisto. Com'è possibile?». Francesco La Licata Un centinaio di donne ha assediato la Sovrintendenza I Verdi: «Aboliamo lo statuto speciale» I NUMERI DELLA CONTÉSA • AGRIGENTO © 1971 1991 ABITANTI 49.000 54.000 [+10%] CASE 17.378 32.297 [+85%] VANI 60.737 135.139 [+122%] CASE ABUSIVE SECONDO 89,4% UN RECENTE STUDIO DATA ISTITUZIONE PARCO ARCHEOLOGICO [DECRETO GUI-MANCINI] 1968 ZONAA 1200 INEDIFICABILITÀ' ASSOLUTA ETTARI CASE COSTRUITE IN ZONA A 600 DA DEMOLIRE CASE COSTRUITE ILLEGALMENTE 453 IN ZONA B [SOGGETTE A VINCOLI] ALLOGGI CHE AVREBBERO DOVUTO 28 ESSERE DEMOLITI IERI DALLE RUSPE SINDACI RINVIATI A GIUDIZIO 5 PER ABUSO D'UFFICIO Anche ieri (foto in alto a sinistra) è continuata la protesta degli abusivi A destra la Valle dei Templi deterpuata dalle costruzioni illegali

Persone citate: Arnone, Athos De Luca, Beppe Arnone, Calogero Sodano, Francesco La Licata, Graziella Fiorentini, Italo Di, Loredana Carrubbia, Luigi Manconi

Luoghi citati: Agrigento, Palermo