«Polacchi, io grido contro l'ingiustizia»

«Voglio guidare la Chiesa nel terzo millennio». E la folla a Legnica urla: cento anni «Voglio guidare la Chiesa nel terzo millennio». E la folla a Legnica urla: cento anni «Polacchi, io grido contro l'ingiustizia» Dura omelia sui problemi sociali LEGNICA DAL NOSTRO INVIATO Domenica la libertà, ieri la giustizia: Papa Wojtyla affronta i mali della Polonia sedotta dalle tentazioni del liberismo selvaggio. Ma si abbandona anche, in un dialogo improvvisato con la folla, ieri sera, a confessioni sul Conclave che lo ha eletto, e chiede aiuto. «Il 16 ottobre 1978 - ha esclamato - il card. Wiszynski, dopo l'elezione, mi disse: devi guidare la Chiesa nel Terzo Millennio». La folla è scattata nel coro di «Sto Lat», cento anni. «Per questo sono venuto qui, a chiedere la grazia di portare a termine questo compito, che penso che la Provvidenza divina mi abbia messo di fronte nelle parole del Primate. Ma voi dovete pregare in ginocchio di fronte a Dio, che io possa eseguire questo compito». «Ti aiuteremo» hanno risposto migliaia di voci. Questo era il finale emotivo di una giornata aperta da una difesa dello stato sociale? A Legnica, nella Bassa Slesia ha rivendicato alla chiesa il diritto di parlare di giustizia, «fino a quando nel mondo accade un'ingiustizia, anche piccolissima». Qui, dove la chiusura delle miniere di carbone, e delle aziende agricole collettivizzate, ha provocato crisi e disoccupazione. «Il Papa parlerà, e non può non parlare - ha gridato - dei problemi sociali, perché qui è in gioco l'uomo, la persona concreta. Parlo di questo anche in Polonia perché so che la mia nazione ha bisogno di questo messaggio sulla giustizia». Legnica ha un ruolo speciale, nella storia della Polonia e forse dell'Europa. Il continente ingrato forse dimentica che cosa accadde qui; ma non Papa Wojtyla. Nel 1241 i polacchi di un principe della dinastia dei Piast, Enrico il pio, figlio di santa Edvige, si fecero massacrare in una battaglia contro i Tartari musulmani. Fu una sconfitta, ma fermò la marcia verso Ovest delle orde. «Per questo motivo - ricorda Wojtyla benché la battaglia fosse sul momento perduta, molti storici la ritengono una delle più importanti nella storia d'Europa». Enrico morì, combattendo; e «dando la vita per il po¬ polo affidato al suo governo, la donava allo stesso tempo per Cristo». Come Enrico, la Chiesa deve essere fedele alla sua missione: «Mutano i tempi e mutano le circostanze, ma sempre ci sono in mezzo a noi coloro che hanno bisogno della voce della Chiesa e di quella del Papa affinché vengano espresse le loro angosce, i loro dolori, le loro miserie. Non possono essere delusi». I nuovi tartari, le orde del Duemila, sono disoccupazione e sottosviluppo, e la ricerca del profitto svincolato da ogni etica. «Come non menzionare coloro che in conse¬ guenza della riorganizzazione delle imprese e delle aziende agricole si sono trovati di fronte al dramma della perdita del lavoro? Quante persone e intere famiglie sono cadute per questo in una povertà estrema!». Ma non c'è solo la mancanza di lavoro, nella denuncia del Pontefice. «Vi è poi l'atteggiamento di chi considera il lavoratore come uno strumento di produzione, con la conseguenza che l'uomo è offeso nella sua dignità di persona». A questo punto, dice Papa Wojtyla, abbiamo lo sfruttamento: «Spesso esso si manifesta in moda¬ lità di impiego in cui non soltanto non è garantito al lavoratore alcun diritto, ma questi è sottoposto a un tale senso di provvisorietà e di timore della perdita del lavoro da essere praticamente privato di ogni libertà di decisione». Oppure vengono imposti orari tali da impedire un giusto riposo, o di accudire la famiglia. «A ciò s'unisce spesso anche un'ingiusta paga, insieme con negligenze nel campo delle assicurazioni e dell'assistenza sanitaria». E per le donne, spesso, esistono problemi ulteriori non mancano casi «in cui è negato il diritto al rispetto della dignità della persona». Papa Wojtyla parlava ai nuovi governanti dell'Europa orientale, e della Polonia (fra qualche mese ci saranno le elezioni). «Quante sono le madri sole che lottano per mantenere i propri fighi Quanti sono gli anziani abbandonati e privi di mezzi per vivere. Nelle strade e nelle piazze aumentano i senzatetto». L'obbligo di aiutarli «grava specialmente su coloro che esercitano il potere: ad essi che sono al servizio del bene comune, spetta il compito di stabilire leggi adatte a dirigere l'economia del Paese, in modo tale che questi feno- meni dolorosi della vita sociale trovino la loro giusta soluzione». Ma sono solo. Ha levato il dito ammonitore verso i cristiani sfruttatori. «Qui mi rivolgo - ha esclamato fra gli applausi di una folla sterminata - prima di tutto a quei fratelli in Cristo che danno lavoro agli altri. Non vi lasciate ingannare dalla visione di un profìtto immediato a spese degli altri. Guardatevi da ogni segno di sfruttamento. Altrimenti ogni condivisione del pane eucaristico diventerà per voi un'accusa». Marco Tosarti «La riorganizzazione delle imprese ha cancellato posti di lavoro mentre molti sono sottoposti al ricatto quotidiano della mancanza di diritti e di paghe ingiuste» li Papa lascia l'altare dal quale ha celebrato la Messa a Legnica e ha fatto un forte discorso contro la disoccupazione e lo sfruttamento di chi lavora Qui a sinistra una fedele invoca il Pontefice

Persone citate: Papa Wojtyla, Polacchi, Wiszynski, Wojtyla

Luoghi citati: Bassa Slesia, Europa, Legnica, Polonia