LETTERA
LETTERA LETTERA Caro direttore, in assenza di una scelta, sia pur di massima, in materia di legge elettorale, sia il semipresidenzialismo che il premierato rimangono modelli dagli esiti indefiniti, potenzialmente contraddittori, e dunque pericolosi. Senza 0 doppio turno nei collegi, unico sistema in grado di assicurare maggioranze omogenee, e di ovviare alla frantumazione del nostro sistema di partiti, il semipresidenzialismo può divenire pericoloso. Analogamente, se si stabilisce una rigida equazione tra sfiducia e scioglimento, il premierato anziché determinare governi di legislatura, dando a qualunque componente, anche minore, della coalizione di maggioranza un potere di vita e di morte non solo sul governo ma anche sulla durata della legislatura, costituzionalizza il potere di ricatto e può determinare l'esatto opposto di quanto si propone di raggiungere. Oggi uno dei due modelli prevarrà in Bicamerale per una manciata di voti senza raggiungere nemmeno la maggioranza assoluta dei membri della commissione. Si tratterà dunque di una scelta tra proposte in partenza scarsamente legittimate e tali da necessitare profonde modifiche in futuro. Meglio perciò rinviare il voto di alcuni giorni ed esaminare alcune proposte alternative. Ne avanzo una: manteniamo pure il premierato, con la designazione del Premier unita a un voto a doppio turno nei collegi, ma si rafforzi l'effetto aggregante del doppio turno con l'elezione diretta e contestuale di un Presidente della Repubblica cui affidare il potere di scioglimento e reincarico, conservando così una qualche flessibilità al sistema in caso di crisi della maggioranza uscita dalle urne. Un Presidente dotato, dunque, non di diretti poteri di governo, ma di un molo di garanzia; non secondo motore, ma in grado di riavviare il motore del governo quando questo si inceppi, e di evitare la deleteria equazione sfiducia-scioglimento, fonte di inaccettabile rigidità, di mi diffuso potere di ricatto da parte delle forze minori, e di potenziali manipolazioni trasformistiche da parte dello stesso Premier. Altre proposte potrebbero essere esaminate. La Bicamerale, che ha sofferto il rallentamento imposto da una consultazione amministrativa improvvisamente non rinviata all'autunno, può permettersi una settimana di approfondito e aperto dibattito in materia di legge elettorale. Andare a una scelta tra modelli non ancora sufficientemente definiti, delegando ad altri tavoli la scelta della nuova legge elettorale, è un rischio da evitare. Stefano Passigh
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