«Chirac? Prima fa, poi pensa»

«Chirac? Prima fa, poi pensa» «Chirac? Prima fa, poi pensa» Martinet: un passionale mal consigliato PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A ottant'anni - di cui 63 in politica - Gilles Martinet è tra i pochi «venerabili saggi» nel ps jospiniano che vendica alfine la débàcle inflittagli dalla Destra quattro anni fa. Ma i suoi ricordi vanno ben più indietro. Per vedere la Sinistra a Matignon, l'ex ambasciatore francese in Italia non ha dovuto attendere l'era Mitterrand. «Il mio primo meeting lo feci in pieno Front Populaire», dice. Gilles Martinet, parliamone con franchezza. Quello dì Jacques Chirac le pare un vero e proprio suicidio politico o gli trova qualche giustificazione? «E' un brav'uomo, Jacques Chirac. Il compagno ideale per trascorrere un weekend in compagnia. Ma la sua intelligenza, diciamolo, è assai limi¬ tata. Almeno avesse buoni consiglieri! Al contrario, l'entourage non ne tempera i difetti. E lui rimane un impulsivo». Dicono Mitterrand affermasse: «Chirac prima agisce, poi ragiona. Lo vedi partire lancia in resta. E poi tornare a chiedere: "Quali sono gli ordini?"». Non è un ritratto impietoso? «Diciamo che intrattiene una relazione passionale conia politica. Ama buttarsi. Ma nella fattispecie, ha sbagliato i tempi. Eccessiva prudenza all'inizio. Quando, cioè, bisognava lasciar intravedere ai francesi un nuovo premier. E precipitazione dopo: rimpiazzare Juppé con Séguin lunedì scorso era una mossa da ultima spiaggia, Ha anticipato tardi. Paradossale, no? Juppé gli chiedeva da mesi di sciogliere l'Assemblea. Ha ceduto per in- tima convinzione. Ma dalla battaglia escono entrambi a pezzi». Lei temeva il II Turno? «Sì. L'annuncio del ticket Séguin-Madelin introduceva l'imponderabile. In politica, talora il marketing funziona. E dagli appelli contro l'astensionismo era prevedibile la maggioranza raggranellasse altro ossigeno». E il voto Front National? «Pericoloso. Le indicazioni di Jean-Marie Le Pen al suo elettorato erano in larga misura antigovernative. Ma votare Gauche non è mica semplice per chi si riconosce nel Front National». Nel giorno del trionfo, nessuna autocritica in casa socialista? «Giudico assai positiva la campagna. Occorre tuttavia aggiungere che il ps evidenzia reticenze ingiustificabili nel criticare l'eredità mitterrandiana. Jospin vorrebbe farlo. Ma già una formula neutra come "bilancio controverso" spacca il ps». Jack Lang ci diceva il 25 maggio che se la Gauche 1997 ha una chance vittoriosa è grazie a Mitterrand, non suo malgrado... «Che inguaribile cortigiano. Dimentica che l'ex Presidente commise gravi errori: le nazionalizzazioni massicce, per dirne una. E non rispettò gli impegni presi dinanzi al popolo. Predicava l'eguaglianza. Ma favorì l'emergere delle ingiustizie sociali. La pagina è voltata? Non direi: gli uomini e le donne che formeranno il nuovo governo - Jospin incluso - furono in larga misura ministri nell'era Mitterrand». Si parla di Catherine Tasca per la Cultura. Un'italo-francese dal padre ingombrante... «Conoscevo Angelo Tasca. E ritengo Catherine adatta al ruolo. Conosce bene il teatro e, in generale, la comunicazione. Auguri». [e. bn.] II «vecchio saggio» della sinistra francese «Dobbiamo imparare a criticare Mitterrand» Gilles Martinet, 80 anni ex ambasciatore della Francia in Italia

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