Dini: noi non chiediamo rinvii

Le Figaro: le sinistre vogliono abbattere Chirac. Il Cancelliere annulla il viaggio a Parigi ll—' IL/ Pini: noi non chiediamo rinvìi «Ma lo stringere troppo la cinghia ha incrinato il consenso popolare» LUSSEMBURGO. Nubi sul futuro dell'Euro, lo scontro tra Kohl e la Bundesbank e il risultato delle elezioni francesi hanno cambiato il quadro delle certezze. Nella periodica riunione tra ministri degli Esteri, Lamberto Dini ha detto ieri che si tratta ora di vedere se «esiste coesione e volontà politica per andare avanti con il calendario previsto». I parametri di Maastricht, che hanno costretto tutti i Paesi alla dura stretta economica e finanziaria degli ultimi due anni, non possono più essere messi in discussione, ma forse i tempi sì. Non sarà l'Italia a chiederlo perché «noi saremo in regola», ha detto, ma può darsi che qualcun altro lo faccia. E adesso, tanto per incominciare, va considerato il fatto nuovo francese. Inatteso sì, ma non ingiustificato, perché, come ha spiegato lo stesso Dini, negli ultimi tempi in Europa s'è fatto troppo monetarismo e troppo poca politica economica. «Gli ultimi sviluppi mi danno ragione, anche la Germania è ora in difficoltà». Ma il ministro tedesco Kinkel ha detto che «la Francia e la Germania devono rimanere il motore della cooperazione». Il presidente Santer ha manifestato fiducia, perché «l'Europa è sempre stata al centro delle ambizioni della Francia». Martinetti A PAG. 2

Persone citate: Dini, Kinkel, Kohl, Lamberto Dini, Santer

Luoghi citati: Europa, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo