«Titanic» a fondo per spese

Non è pronto il film di Cameron, finora è costato 456 miliardi Non è pronto il film di Cameron, finora è costato 456 miliardi «litanie» a fondo per spese DiCaprio furioso: non cercatemi più LOS ANGELES. Lo sapevano tutti, il fatto che «Titanio» non ce l'avrebbe fatta a rispettare la data d'uscita del 4 luglio era da mesi uno dei segreti peggio custoditi di Hollywood. Ma quando, un paio di giorni fa, è stato ufficialmente annunciato che il film sul piroscafo andato a fondo nel suo viaggio inaugurale è troppo indietro con gli effetti ottici e dovrà quindi slittare al 19 dicembre, la notizia è stata accolta con un senso di shock. Significa che la produzione del film di James Cameron è finita tanto fuori controllo che è stata costretta a rinunciare non solo all'obiettivo dei primi di luglio ma all'intera estate, il periodo dell'anno in cui in America, tradizionalmente, si registrano gli incassi più alti. Significa anche che la Paramount, che ha acquistato per 65 milioni di dollari i diritti americani, e la Fox, che ha i diritti per il resto del mondo ed ha assorbito la gran parte dei costi di produzione, dicono addio al sogno del mega successo, di un film, per intenderci, alla «The lost world», il seguito di Jurassic Park. Hanno anzi accettato la prospettiva che dopo la nave rischia di affondare anche il film e adesso, per salvare almeno l'onore, hanno deciso di posizionarlo in un periodo ideale per gli Oscar. Perché? Che cosa è andato storto? A 85 anni dalla tragedia, il Titanic continua ad affascinare e quando Cameron, l'autore di successi come «Terminator» e «Aliens», è andato alla Fox per proporre un film su questo tema, allo studio non hanno avuto dubbi. «E' una metafora sull'inevitabilità della morte», sostiene il regista: «Siamo tutti nel Titanio». Anche 0 budget da lui proposto, 160 miliardi di lire, sembrava per gli standard di Hollywood quasi ragionevole. Ma come insegnano tanti altri film e più recentemente «Waterworld», l'avventura marina di Kevin Costner, cinema e acqua sono due elementi che non vanno molto d'accordo. Il mare è pieno di imprevisti, di tranelli. E Cameron e la sua troupe lo hanno presto imparato sulla propria pelle. Cameron è uno che per capire più a fondo la tragedia che stava trattando è andato più volte quattro chilometri sotto la superficie del mare a bordo di un sottomarino russo per esplorare il rottame della nave. E che per riprodurre la nave non si è accontentato di mo- mimmmmsm Il Titanic che affondò nella notte tra il 14 e il IS aprile del 1912. Sopra: James Cameron zuppa di vongole, con la conseguenza che un'ottantina di persone si sono trovate in uno stato di singolare euforia. I due protagonisti, Leonardo DiCaprio e Kate Winslett, hanno nel frattempo fatto sapere a Cameron di non cercarli più. «Rispetto la gente che gira questo tipo di film, ma non fa per me», sostiene Leonardo DiCaprio. «Non credo ripeterò mai un'esperienza simile». «Titanic», il film, è diventato insomma un dramma nel dramma, un'altra conferma degli eccessi e delle bizzarrie di Hollywood. Non è il tipo di soggetto che genera altre fonti di introiti vendendo cappellini e orologi e per andare in pari dovrebbe superare il mezzo miliardo di dollari di incassi. Per quello che si profila non come un film di avventura ma come una storiona d'amore, come un Dottor Zivago dei mari, un traguardo improbabile, anche perché il film dura tre ore e già questo limita i suoi incassi. Invece che contro Batman e i dinosauri, «Titanic», si troverà dunque a competere con i film che concorrono all'Oscar, anche se Cameron nega. «Un film così non viene neanche considerato, lo so bene», dice. «Non vivo mica nel mondo della fantasia». No, vive a Hollywood.

Persone citate: James Cameron, Kate Winslett, Kevin Costner, Leonardo Dicaprio

Luoghi citati: America, Hollywood, Los Angeles