Cavia immolata all'arte tra burocratici palmizi

Cavia immolata all'arte tra burocratici palmizi Cavia immolata all'arte tra burocratici palmizi JROMA NA volta tanto che Haim Steinbach aveva avuto un'idea meno prevedibile delle sue solite mensole! Aveva prelevato alla dogana uno dei tanti simboli delle nostre stoltizie burocratiche: delle palme sudamericane, esportate illegalmente. Le aveva raccolte all'interno di un padiglione dell'Orto Botanico, avvolgendo quel simbolo dell'instabilità sociale di una corsa frenetica e pavloviana di criceti vivi, che tra corridoi, scalette, torsoli, girandole e altalene, potevano Uberamente scorrazzare in un'ampia intercapedine foderata di giornali. Ma la morte è la morte e può naturalmente accadere, anche déntro un'«opera d'arte». Così, morto per «natura» un topino, è stata la stoltizia animalista, questa volta, a gridare allo scandalo e a ritirare tutte le cavie, probabilmente riportate in gabbie più anguste. Arte ed artificio avrebbe forse dovuto intitolarsi la mostra «Città Natura», coordinata da Carolyn Christov, che si fregia di questo attributo urbanistico con un po' di forzatura e che sino al 23 giugno coinvolge molte sedi cittadine, dai Mercati Traianei con gli armadi sospesi di Kounellis, alla seducente Villa Mazzanti, al Palazzo delle Esposizioni. Dov'è il corpo storico della mostra: e tutto pare iniziare da quelle rotonde Nature cosmiche in bronzo di Fontana che rotolano sino ai bruchi-spazzoloni di Pascali, al limone lampadina di Beuys, ai voli celesti di Klein. L'arte cittadina che tenta di recuperare la Natura: e rimane gabbata, come quello scheletro cu chaise longue sventrata da Fabio Mauri, posata sul crinale d'una finestra a guatare un paesaggio buco, decimato. [m. vall.J Scandalo romano per «Città Natura»

Persone citate: Beuys, Carolyn Christov, Fabio Mauri, Fontana, Haim Steinbach, Klein, Kounellis, Mazzanti, Pascali