Moreau, il suono dell'amore

Chi difende i diritti dei cittadini? Chi difende i diritti dei cittadini? Moreau, il suono dell'amore Dai trovatori alle foglie di Prévert Charles Trenet; a destra, Jacques Prévert; in alto, nella foto grande, Jeanne Moreau curatrice di un'antologia di Albin Michel con le più belle canzoni d'amore; accanto, Jean-Jacques Rousseau, anche lui paroliere del cuore La giovinezza vuol dire Parigi, gli studi per diventare attrice, sino all'esordio alla Comédie-Francaise come stageaire: «Da allora ho preso a cantare in scena, con tutta naturalezza... Ho avuto la fortuna d'impersonare Cherubino nel Matrimonio di Figaro di Beaumarchais. Lilli Laskine, la grande virtuosa d'arpa, sgranava le note dell'ouverture di André Jolivet e mi accompagnava con abilità e delicatezza». Il grande successo di quest'antologia è anche dovuto al fatto che per i francesi la Moreau è una voce canora: la voce che, con pigolante domesticità, tesse e ritesse la trama, tutto sommato, assai elementare, di Le tourbillon de la vie, la canzone che fa da leitmotiv al film Jules e Jim di Frangois Truffaut del 1961; la pellicola certamente più popolare di un'attrice che ha girato molti film d'autore con Malie, Antonioni, Welles, Bunuel e con i più giovani Techiné e Besson. Da allora, pur essendo semplicemente intonata, e senza possedere un respiro ed una gamma vocale da cantante vera e propria, la Moreau ha inciso alcuni album di canzoni, con testi di poeti, come René Guillevic, o narratrici, come Marguerite Duras: e qualche canzone l'ha scritta lei stessa. Due, senza falsa modestia, le , ha incluse nella silloge di cui I riferiamo: la quale ne com¬ prende, complessivamente, duecentoquattro, dovute a centoventi parolieri diversi. Dieci di costoro sono anonimi, e ciò ci consente una prima riflessione su questo genere di testi: ed è che la loro origine è squisitamente letteraria. I dieci autori in questione appartengono, infatti, ai primi secoli della poesia francese: sono «troubadours» medievali, o piccoli poeti di corte del Cinque e Seicento. Anche noi italiani, si badi, possiamo vantare in questi due secoli una rigogliosa fioritura di poesia per musica: ma la conosciamo solo noi specialisti, letterati e musicologi, non ha poi nutrito la canzone del nostro tempo. In Francia, invece, la consapevo- LETTERE AL GIORNALE: IL LUNEDI' DI O.d.8.

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