LA MEMORIA. L'attrice cura un'antologia con canzoni romantiche di ogni epoca

LA MEMORIA. L'attrice cura un'antologia con canzoni romantiche di ogni epoca LA MEMORIA. L'attrice cura un'antologia con canzoni romantiche di ogni epoca Una guida all'insegna della malinconia che si salda con ricordi di balli e café-restaurant PARIGI N'ANTOLOGIA delle più belle canzoni d'amore I nella lingua del proprio V I Paese è, editorialmente parlando, una idea simpatica, ma non peregrina. Le cose cambiano decisamente se a ideare l'antologia, a curarla e a presentarla ai connazionali, è un'attrice del fascino e della popolarità di Jeanne Moreau. Pubblicata da Albin Michel in grande formato, con un imponente corredo di illustrazioni in bianco e nero, che spaziano dalle incisioni su legno medievali a Picasso, Cocteau, Chagall, l'antologia Les plus belles Chansons d'Amour (qualcosa come duecento pagine, prezzo di copertina di centosessanta franchi) è nelle vetrine di tutti i librai, fa molto parlare e discutere, soprattutto i più giovani, che l'avrebbero voluta a minor prezzo e subito in tascabile. A far da richiamo c'è il nome della curatrice, effigiata in copertina in una bellissima istantanea di Gilles Decamps, che con appropriata ironia, la ritrae non nello splendore della giovinezza, ma nel malinconico smarrimento di un autunno incipiente. E tutta all'insegna di una ben controllata malinconia è l'introduzione della Moreau alla sua scelta: il racconto, in una lingua d'una tersa lucidità, del proprio rapporto affettivo con la canzone della sua terra e della sua gente. E' un rapporto che nasce sui banchi di scuola, un'elementare tenuta da religiosa in quel di Vichy: «Al pomeriggio, cantavamo Auprès de ma blonde: canzone leggera e frivola, che ci accompagnava nelle ore di ginnastica, sotto il porticato, in cortile». Nel caférestaurant di proprietà del padre, dove viaggiatori di commercio e bottegai si lasciavano andare a storielle grassocce, «appena la radio dei vicini trasmetteva canzoni d'amore, la mia nonna materna s'affrettava a chiudere porte o finestre, perché io non potessi sentire». Ma, per fortuna della piccola Jeanne, gli anni si succedono, e con loro quella stagione magica, per ogni bambino, che è l'estate: «A sette anni, madamigella d'onore ad un matrimonio, in abito lungo d'organza blu, m'hanno issata su un tavolo, al dessert, ed io ho cantato Parlez moi d'amour. Era l'avvio dell'estate, in un paese del Puy-de-Dòme e nonna, rossa d'orgoglio, m'ha presa sulle ginocchia». Poi l'adolescenza, la scoperta delle canzoni d'amore: «Andavo a ballare, in bicicletta, a venti chilometri da casa, con le mie amiche d'agosto... Era Charles Trenet il nostro preferito. Ero la più giovane, ballavo con la mia amica del cuore, un'altra adolescente, e guardavo con invidia le più grand: che si lasciavano avvinghiare da quei giovanottoni, rossi e sudati...». Tarale sorprese anche i componimenti di Rousseau e Hugo, di Dumas e de Musset Le città diventano sempre più sporche e pericolose. Da ogni parte arrivano segnalazioni e proteste. Ma pare che sia inutile parlarne. Il tasso di civiltà diminuisce, mentre aumenta il disagio come testimonia questa lettera desolata, [o. d. b.] Ancora sui Murazzi Egregio Signor Del Buono, sono una dei «fortunati» (?) abitanti della zona Murazzi di cui prende le difese il gentile lettore di Ragusa, di cui è stata pubblicata una lettera nella sua rubrica del !9 maggio u.s. Vorrei rispondere all'interrogativo che lei lascia aperto. La visione del Signor Sorcino corrisponde, purtroppo, esattamente alla realtà. L'unica cosa che il Signor Sonino giustamente ignora (cosi come buona parte dei torinesi) è che 200 metri circa più a valle del Po la situazione è, se possibile, ancora più grave, proprio perché appena fuori dall'attenzione dell'opinione pubblica. Parlo con cognizione di causa, aven-

Luoghi citati: Parigi, Ragusa