Botta e risposta fra Europa e Mezzogiorno di Liliana Madeo

Botta e risposta fra Europa e Mezzogiorno Botta e risposta fra Europa e Mezzogiorno «Avete enfatizzato i nostri problemi». «No, raccontavamo la realtà» NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO Cosa fa l'Italia per fronteggiare quella giungla senza frontiere che sono le frequenze televisive?», chiede José Izquierdo, condirettore del Pois. «Che consigli possono dare gli amministratori di Napoli al nuovo governo della città di Londra?», chiede Georges Brock, condirettore del Times. «Come mai l'Italia, i cui grandi quotidiani sono ancora i migliori d'Europa, dà invece un così cattivo esempio televisivo con show secondo ì quali la vita è tutto un gioco?», chiede Gerfried Speri, di¬ rettore di Ber Standard. «Come affronta Napoli l'emigrazione clandestina?», chiede Hugo Butler, direttore dello Zurcher Zeitung. (Luciano De Crescenzo risponde: «Nel prossimo secolo l'emigrazione sarà totale»). «Che coordinamento esiste fra il sindaco Bassolino, di un partito di governo, e il presidente della giunta regionale che è di un partito d'opposizione?», vuol sapere JeanMarie Colombani, direttore di Le Monde. «Con la futura integrazione dei Paesi dell'Est alla Comunità Europea non pensate che le sovvenzioni previste per il Mezzogiorno potrebbero andare in quella direzione?», chiede Hans Schmahl, condirettore della Welt. Si apre con queste domande il forum «L'Europa incontra il Mezzogiorno». Una mattinata di botta e risposta, di diagnosi e suggerimenti. Nel Teatro Mercadante, dove i direttori di sei giornali europei si sono dati appuntamento su iniziativa della Fondazione Premio Napoli. Gli onori di casa li fanno Saverio Barbati e Sergio Zavoli, segretario e presidente della Fondazione. «Siete disposti a farvi l'autocritica, ammettendo di aver troppo spesso drammatizzato esagerandoli - gli aspetti negativi del Mezzogiorno?», chiede a sua volta l'editore napoletano Guida. «Un giornalista ha il compito non di enfatizzare gli aspetti positivi di una realtà, ma di raccontarla così com'è», replica Brock. «L'informazione sull'Italia, ma soprattutto su Napoli, è migliorata», dice Speri. Aggiunge Schmahl: «Noi stiamo sottolineando i successi della lotta contro la mafia, la rivoluzione politica prodotta da Mani pulite, la nuova immagine di Napoli. Da tre-quattro anni diamo un'informazione che aiuta a creare il clima favorevole agli investimenti nel Sud. A voi spetta guardare al¬ la moneta unica come alla premessa di una grande mobilità delle persone in grado di lavorare. A voi tocca prepararvi, incoraggiare una certa educazione, la conoscenza delle lingue, la qualificazione dei lavori». Sul tema più spinoso, la moneta unica europea e le ripercussioni di Maastricht sul Mezzogior¬ no, Schmahl non è consolatorio: «Forse non ci sarà un ampliamento delle risorse. Se le regole non cambiano, le regioni - come le vostre del Sud - che venivano sovvenzionate, contribuiranno a sovvenzionare i nuovi membri della Comunità». Avverte Brock: «Nel '92 Germania e Gran Bretagna avevano dato i loro contribu- Qui a fianco il direttore di «Le Monde», Jean-Marie Colombani, che ha partecipato al forum «L'Europa incontra ii Mezzogiorno». Nelia foto a sinistra il sindaco di Napoli Antonio Bassolino ti netti, gli altri dieci Paesi ricevevano i fondi. Entro il '99 i contributori saranno il 50% e i livelli di spesa si ridurranno fortemente. Preparatevi». Osserva Larizza: «Più l'Italia si avvicina al cuore dell'Europa, più la Germania se ne allontana». Ribatte Schmahl: «Il problema sta nella Germania, nel conflitto fra governo federale e Bundesbank. Il Mezzogiorno sfrutti il vento in poppa che in questo momento come non mai - soffia e promuova così il flusso dei capitali esteri verso di sé». Liliana Madeo I A Napoli i direttori di sei grandi quotidiani stranieri a confronto con politici e intellettuali