Mentre restituisce Hong Kong alla Cina, Londra celebra i 5 secoli dalla conquista del suo primo territorio d'oltremare

Mentre restituisce Hong Kong alla Cina, Londra celebra i 5 secoli dalla conquista del suo primo territorio d'oltremare Mentre restituisce Hong Kong alla Cina, Londra celebra i 5 secoli dalla conquista del suo primo territorio d'oltremare Nel 1497 il genovese Caboto (John Cabot) raggiunse Terranova con il benestare del re Enrico VII Era l'avvio di quella espansione che avrebbe portato l'Inghilterra in ogni parte del pianeta cambiandone la storia Giovanni Caboto salpa da Bristol il 2 maggio 1497 (dipinto di Ernest Board). A destra l'Impero britannico in uno dei momenti di massima espansione (fra le due guerre avrebbe aggiunto altri territori africani) GRAN BRETAGNA^ Antllle Britanniche: Virgin Gordo Anguilla St. Kitts Barbuda Antigua Dominion St. Lucia St. Vincent Grenadine Grenada Tobago Barbados i i 1 I. Kuria Murio 2 I. Laccadive 3 I. Maldive 4 I.Andamone 5 I. Nicobare 7 I.AIdobra L Gambia Sierra Leone Shetland. * nd. VX* Ascensione S. Elena» Africo del Sud Ove: Beciuoni Tristàn da Cunha Coloni \ del Capo botigli . Falkland Guinea Brit. Arcip. di Bismarck L I. Gilbert Z I. Ellice i V Z i V i V .'"«Salomone"1-50™0 V .«Salomone» V, Nuove! r Ebridi1.^' ;'") '•f'fli LTonga Orcadi la I. Sandwich Orange Mandato Colonia o protettorato L'IMPERO BRITANNICO ALLA FINE DEL 1920 Nuova Zelanda LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Al principe Carlo il compito ingrato: quello - alla mezzanotte del 30 giugno - di restituire Hong Kong alla Cina, in nome della regina Elisabetta. Compito ingrato perché Hong Kong non è una colonia qualsiasi: del vasto Impero è l'ultima con peso politico e griffe economica. Alla corona ne restano 17, ma sono tutte minori, da Anguilla a Bermuda, da Gibilterra alle Isole Vergini e alle Falkland. E questo spiega perché la sovrana preferisca, in quei giorni, essere altrove: nella fredda Terranova, non per piangere la fine dell'Impero ma per una nostalgica celebrazione della sua nascita. L'appuntamento - il 24 giugno, al porto di Bonavista - è con il Matthew reduce da una traversata atlantica: fedele copia della navicella con cui John Cabot - al secolo Giovanni Caboto - conquistò 500 anni fa in quella data il primo territorio d'oltremare per la corona inglese. La nascita e non la fine, per Elisabetta; anche se il clima sarà non della svolta storica, come a Hong Kong, ma dello spettacolo in costume per turisti distratti e telespettatori intorpiditi. Ma ringhilterra sembra d'accordo; e l'attenzione dei media alla straordinaria avventura del navigatore genovese riflette in questa coincidenza di avvenimenti una scelta precisa, quella di celebrare il passato - fatto talora di arroganza e di brutalità, ma anche di splendore e di civiltà distribuiti a piene mani - e trascurare gli addii. La verità, per dirla con lo storico John Keegan, è forse che l'Inghilterra «è stata sorpresa dalla rapidità con cui l'Impero è scomparso» e stenta ancora a adattarsi: cinque secoli di storia, costruiti attraverso le montagne russe di opportunismo, spedizioni militari, esplorazioni coraggiose, rivoluzioni, sono sfumati nei cinquant'anni più pacifici di questo millennio. Gli addii a Hong Kong valgono meno, nell'anima popolare e evidentemente anche in casa Windsor, di una sceneggiata per la gloria che fu. E' un'attenzione ben diversa dal moderato interesse con cui Enrico VTJ, preoccupato soltanto di non restare escluso da una gara ormai dominata da altri, diede il suo benestare - ma non il denaro, cui provvidero gli sponsor di allora e cioè i mercanti di Bristol - ai sogni di Caboto. ANNO 131 NUMERO 150 15