Ferrari, compleanno bagnato di Michele Fenu
Ferrari, compleanno bagnalo Ferrari, compleanno bagnalo Show dei suoi campioni sotto la pioggia ROMA DAL NOSTRO INVIATO «La pioggia è arrivata con una settimana di ritardo e due di anticipo». La battuta è di Luca Montezemolo: si sa che con l'acqua la «rossa» di Schumacher va come un razzo. Peccato che non sia caduta, appunto, una settimana fa, a Barcellona, nel Gran Premio di Spagna. Si spera ora per quello del Canada. Ma neppure la pioggia è riuscita a rovinare la festa della Ferrari nello splendido scenario della capitale. Due ali di folla hanno accompagnato il trasferimento delle vetture storiche dallo stadio dei Marmi al Circo Massimo e alle Terme di Caracalla. Gente alle finestre, bimbi issati sulle spalle dei genitori, applausi: pareva di essere a un Giro d'Italia o alle Mille Miglia. Diciannove chilometri di affetto per le vie di Roma, 600 mila persone, un tifo da stadio per Schumacher e Irvine. Roba da non credere. «Non ho mai visto uno spettacolo così - dice il campione tedesco - un'esperienza unica, eccitante. Sono felice di essere con la Ferrari». Ci sono i turisti americani e giapponesi con telecamere e macchine fotografiche cui non par vero di assistere a questo incredibile spettacolo del cinquantenario del Cavallino. Roma diventa un immenso Gran Premio di Formula 1, che mescola monoposto e granturismo da sogno, riproponendo i due aspetti di una fabbrica senza eguali al mondo. La piazza della Bocca della Verità, con il tempio di Vesta e le rovine dell'antica capitale imperiale, si trasforma in un prezioso parcheggio di storia, tecnologia, passione. «Mi raccomando, andate adagio», dice Montezemolo ai suoi piloti di oggi e a quelli di ieri, quasi vergognandosi. Sorride Phil Hill, col vecchio casco, un po' ridicolo, che aveva quando vinse nel '61 il titolo mondia¬ le; sorride John Surtees, che sotto una cerata verde indossa la tuta azzurrina dei suoi anni ruggenti. E si alza, tra pini e colonne, l'urlo possente delle «rosse». Piero Ferrari è emozionato, un po' commosso. E' col nipotino Enzo, 9 anni, lo sguardo serio. «Non mi aspettavo una cosa così - sussurra - mio padre era un uomo riservato, ma sono sicuro che tutto questo gli sarebbe piaciuto». Guida, il figlio di Ferrari, nella sfilata e poi nel circuito di Caracalla, la rossa vettura biposto della prima vittoria Ferrari, quella 125 S con cui Franco Cortese diede il via, il 25 maggio '47, alla lunga serie di successi del Cavallino. C'è anche la vedova del pilota, la signora Maria. Montezemolo va sul palco della tv, ricorda i significati del cinquantenario, parla per telefono con Niki Lauda, bloccato a Vienna dai postumi del trapianto renale. In pista, si fa per dire, corrono le auto della leggenda, Schumacher e Irvine si esibiscono in uno show emozionante, con le monoposto che sbandano sull'asfalto viscido. Ma, niente paura, è soltanto un gioco. «Fosse così in Canada mormora il presidente della Ferrari - Michael ed Eddie in te¬ sta...». Nella tribuna vip Bernie Ecclestone, il padrone della FI, e Rutelli. Il sindaco si compiace: «Questa giornata è un buon passaporto per le Olimpiadi a Roma». I meccanici del Cavallino mostrano la loro abilità in un cambio gomme rapidissimo: 6 secondi appena. Una festa, una vera festa per chi lavora nel segno Ferrari e per chi, pioggia o non pioggia, assiste allo spettacolo. E domani si continua: le auto si trasferiranno a Modena e a Maranello. Torneranno a casa. Dove sono nate. Michele Fenu Una berlinetta 250 «Tour de France» passa davanti al Colosseo sotto la pioggia battente Sotto Jody Scheckter
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