In Abruzzo Madre e figlio muoiono dopo il parto di R. E.

In Abruzzo In Abruzzo Madre e figlio dopo il parlo CHIETI. Avrebbe dovuto chiamarsi Luca. Sara, la sorellina, lo aspettava impaziente e gli aveva messo da parte i suoi giochi più belli. «Mamma - diceva la piccolina, quattro anni - ma quando arriva questo fratellino?». Luca non arriverà mai né la mamma potrà spiegare a Sara perché: entrambi sono morti durante un parto prematuro avvenuto all'ospedale Renzetti di Lanciano (Chieti). La donna, alla sua seconda gravidanza, era un'agente della Polfer in servizio alla stazione Termini a Roma. Al sesto mese di gravidanza, era giunta a Casoli da Roma venerdì pomeriggio, per trascorrere, come spesso faceva, il finesettimana con il fratello e alcuni familiari che vivono in Abruzzo. I primi malori li aveva già accusati in auto, durante il viaggio. Sull'autostrada A24, nei pressi di Tagliacozzo (L'Aquila), suo marito, Paolo Basili, era stato costretto a fermarsi sulla corsia d'emergenza e a far scendere la moglie che non si sentiva bene. Sembrava un banale mal di pancia, una nausea da gravidanza, forse una congestione. «Ho voglia di ciliege» aveva detto Santina al marito poco dopo essere partiti. Paolo gliele aveva comprate lungo la strada e la donna le aveva mangiate. Tante. Con grande voracità. Giunti a Casoli le condizioni di Santina, colta da febbre alta, sono peggiorate. E' stato subito chiamato il medico di guardia. «Non prenda medicine - le ha suggerito - vedrà che è una semplice forma influenzale». Il medico non aveva comunque escluso che potesse trattarsi anche di un'intossicazione alimentare dovuta proprio a quelle ciliege. Una diagnosi confermata anche dal ginecologo della donna, interpellato a Roma dal marito che cominciava a preoccuparsi. Solo quando Santina ha iniziato a perdere sangue dal naso i familiari, rotto ogni indugio, l'hanno portata all'ospedale Consalvi di Casoli. I dolori al bassoventre intanto si erano fatti più fitti. Non c'è voluto molto ai sanitari per capire che la situazione era grave davvero. La donna stava male e i battiti del cuoricino del figlio si facevano sempre più deboli. E' stato immediatamente deciso il trasferimento al vicino ospedale di Lanciano: una corsa contro il tempo mentre quel battito sfumava inesorabilmente. All'ospedale di Lanciano il cuoricino non batteva più. I sanitari hanno potuto solo accertare la morte del feto. Poi, il referto medico che diagnosticava «una coagulazione intravasale disseminata» che consigliava l'immediato ricorso a un «cesareo demolitore» per cercare di salvare la madre. Santina è invece andata in coma dopo l'operazione e nel reparto di rianimazione si è fermato poco dopo anche il suo cuore. La procura di Lanciano ha aperto un'inchiesta e ha fatto sequestrare il sacchetto con le ciliege rimaste e le cartelle cliniche. [r. e.]

Persone citate: Abruzzo Madre, Casoli, Paolo Basili, Polfer, Santina

Luoghi citati: Abruzzo, Casoli, Chieti, L'aquila, Lanciano, Roma