Lo sciopero? Diventa virtuale
La proposta viene affrontata dal ministero e dai sindacati dei trasporti La proposta viene affrontata dal ministero e dai sindacati dei trasporti Lo sciopero? Diventa virtuale Al lavoro, ma rinunciando alla giornata di paga ROMA. Sciopero sì, ma senza danneggiare chi viaggia. Il ministro dei Trasporti e i sindacati di settore stanno tentando di dimostrare che è possibile, a 4 giorni dall'apertura della trattativa al ministero, trovare una soluzione accettabile. Nell'era della realtà virtuale, anche lo sciopero potrebbe diventare virtuale. Come? Con i ferrovieri, i capistazione, piloti, assistenti di volo, autisti di bus, tranvieri, marittimi e tutti gli altri addetti ai lavori, che fanno sciopero, ma continuano a far circolare i mezzi di terra, di mare e di cielo. Insomma: lavorano, ma non prendono lo stipendio. La paga viene devoluta a qualche istituto benefico. Ma la protesta, la pressione sull'azienda, dove finirebbe? C'è una proposta: il «padrone» paghi la sua parte, non venda i biglietti. Con grande beneficio per l'utente: nessun disagio nel giorno di sciopero, anzi, viaggia gratis su tutte le linee. Al limite del paradosso: mentre oggi rotaie ed eliche selvagge svuotano i mezzi di trasporto, in futuro strade, autostrade, treni, tram, bus, aerei e navi sarebbero più che affollati nei giorni di «sciopero virtuale». Il tutto, per ora, è un'idea da discutere. Ne parlano il ministro Claudio Burlando, che vor- rebbe legare il suo nome almeno a una «pace» estiva, e i sindacati confederali. Assenti gli oltranzisti delle organizzazioni autonome (i Comu delle ferrovie, ad esempio, non hanno neppure firmato l'ipotesi di contratto della categoria), le posizioni sono diverse. Cgil e Uil, ad esempio, sarebbero d'accordo, disposte anche a sperimentare se la formula funziona. Ma giovedì, quando si aprirà la discussione sui temi concreti della politica dei trasporti, ministro e sindacati si troveranno di fronte a problemi concreti, più che virtuali: il «rischio italiano», la possibilità che scioperi proclamati nella stagione di maggior movimento, anche a ridosso dei periodi di franchigia, mettano a repentaglio tutto u sistema. Gli incontri si aprono in un momento caldo: appena conclusi gli scioperi di ferrovieri e autoferrotranvieri, terminerà anche l'agitazione dei controllori di volo. Per i ferrovieri era intervenuto dalla Cina il ministro Burlando: precettazione per i Comu ribelli, con la solita coda di polemiche sul comportamento delle due parti in cau¬ sa. Per i controllori di volo si sono mosse anche le compagnie aeree: l'Ibar, la loro organizzazione sindacale, ha chiesto ai controllori di volo di rifondere i danni perché avevano indetto uno sciopero mercoledì scorso (il sessantaduesimo del '97) e l'avevano revocato 8 ore prima dell'inizio, provocando una perdita di 15 mila passeggeri. Non solo: è ancora aperta la partita tra Fs e sindacati che devono concordare i servizi minimi in occasione degli scioperi. Hanno tempo fino a domenica 8, poi sarà la Commissione di garanzia a fare la sua proposta. A dettare le norme su tutta la partita è ancora la legge 146, che Gino Giugni, presidente della Commissione di garanzia, giudica «buona, ma non immodificabile» e invita le parti in causa ad applicarla, cominciando dalle sanzioni «comminate soltanto per il 15% delle irregolarità». Ma su un riassetto di tutto il settore (terza voce di spesa per le aziende) premono decisamente gli imprenditori, preoccupati dalle conseguenze su tutta l'economia nazionale di scioperi e disorganizzazione.
Persone citate: Burlando, Claudio Burlando, Gino Giugni, Ibar
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