Contrabbassista firma «AdolfHitler» il conto dell'hotel di Emanuele Novazio

Contrabbassista firma «AdolfHitler» il conto dell'hotel Contrabbassista firma «AdolfHitler» il conto dell'hotel BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si è rischiato l'incidente diplomatico, e anche se tutti si affrettano a considerare le relazioni tedesco-israeliane al riparo da «incidenti occasionali», l'episodio è di quelli destinati a lasciar traccia. Perché il contrabbassista dell'Opera di Berlino protagonista del caso, non soltanto ha firmato col nome di Adolf Hitler il conto del bar, all'Hotel Scharon di Tel Aviv che lo ospitava insieme ai colleghi dell'Orchestra dell'Opera di Berlino. Agli stupefatti camerieri ha precisato: «Sarà proprio lui, Adolf Hitler, a pagarvi». Il musicista tedesco è stato licenziato in tronco, e subito rimpatriato: ma sui giornali isareliani è scoppiato un comprensibile uragano («Un'opera odiosa», titolavano ieri accanto alla fotocopia del conto firmato Adolf Hitler), mentre centinaia di persone manifestavano davanti al teatro in cui l'orchestra berlinese è impegnata in una tournee delicata, molto attesa e preparata con gran cura. Lui, il protagonista di una vicenda definita «vergognosa» dalle autorità di Israele e da quelle di Bonn, si è giustificato sostenendo che si è trattato «semplicemente di uno scherzo», alimentato dall'eccesso di bevande alcoliche consumate al bar: «Soltanto adesso mi rendo conto veramente di quello che ho detto», ha dichiarato ieri alla partenza da Tel Aviv. Unanimi, i testimoni sostengono - al contrario - che la quantità di birra consumata era ampiamente nella norma, un paio di boccali in tutto. Nel curriculum del musicista, il cinquantraquattrenne Gerd Reinke, non c'è traccia del resto di trascorsi neonazisti, e neppure di impazienze xenofo¬ be e razziste: al contrario, secondo i responsabili dell'Orchestra dell'Opera di Berlino l'uomo vanta ottimi amici e perfino allievi in Israele, dove si è esibito altre volte e dove contava di tornare. Che cosa è successo allora, ci si chiede a Tel Aviv e a Bonn? E' stato davvero «soltanto uno scherzo», sia pure di gusto sciagurato e funebre, o si è trattato piuttosto di un «automatismo» sollecitato da chissà quali pensieri nascosti e latenti? E soprattutto, quello accaduto l'altra sera all'Hotel Scharon è un episodio malaugurato ma isolato, o è il sintomo di un malessere più generale e ancora diffuso, in Germania? «Di sicuro non c'è da stupirsi», ha commentato il presidente del Consiglio ebraico tedesco, Ignatz Bubis: «Quanto è avvenuto a Tel Aviv non è niente di nuovo». Quali che siano le reali motivazioni dell'episodio, se- L'orchestrale dell'Opera di Berlino, Gerd Reinke, protagonista della sconcertante vicenda condo Bubis, non bisogna infatti «farsi illusioni» sui sentimenti e sulla disposizione di molti suoi connazionali nei confronti degli ebrei. Comprensibile l'imbarazzo dei responsabili dell'Opera di Berlino, che tanta importanza attribuivano alla tournée, in programma fino al 7 giugno: all'inizio della rappresentazione di sabato sera, hanno letto in teatro una dichiarazione ufficiale di scuse nei confronti del popolo israeliano e degli ebrei di tutto il mondo. L'in¬ tendente Goetz Friedrich, arrivato d'urgenza a Tel Aviv, ha detto di essere «scioccato, indignato e umiliato» da un episodio che «ha danneggiato gravemente il cammino verso una migliore comprensione fra la Germania Federale e lo Stato di Israele». Più secco e sbrigativo un diplomatico tedesco a Tel Aviv: «Un delinquente ubriacone ha rischiato di mandare a monte il lavoro di dieci anni», ha dichiarato. Emanuele Novazio

Persone citate: Adolf Hitler, Bubis, Gerd Reinke, Goetz Friedrich, Ignatz Bubis