Prodi: tutti d'accordo andava subito rimosso

Il primo ministro italiano sollecita concessioni sulla legge elettorale Berisha risponde «Non è possibile» Il primo ministro italiano sollecita concessioni sulla legge elettorale Berisha risponde «Non è possibile» Prodi: lutti d'accordo andavo subito rimosso tempo: Foresti, Matacotta, ora Incisa. Colpa di una realtà troppo complicata? 0 colpa di un personale diplomatico non all'altezza? Prodi esplode: «Non lo chieda a me. Io posso solo dire che quando ho letto quell'intervista, subito ho pensato che fosse opportuna la sostituzione e aggiungerò che è stata una decisione condivisa da tutti. Esteri, Difesa, Presidenza del Consiglio». E quando sarà deciso il prossimo diplomatico? L'ambasciatore Foresti, che è seduto accanto a Prodi, e che sta facendo le visite di commiato proprio in questi giorni, guarda lontano con aria assente. Prodi è secco: «Al più presto. Comunque questa è una questione tutta italiana, che riguarda i nostri fatti interni, che certo non avrà alcuna ricaduta sui fatti albanesi. Non c'è stato alcun accenno nel corso dei miei colloqui di qui. Non vorrei ora che passasse in secondo piano il senso della mia visita a Tirana». La giornata dei ringraziamenti e degli incontri politici comincia con Bashkim Fino, il premier. Prodi è appena sceso dalla scaletta dell'aereo, quando il primo ministro alba¬ nese si precipita ad accoglierlo con tutti gli onori. Perfino la guida rossa e un picchetto in alta uniforme. Se non fosse per i blindati della Forza multinazionale e i para italiani in tenuta da guerra, si potrebbe pure pensare che Tirana è tornata alla normalità. Breve conciliabolo tra i due. Poi Fino torna alle sue faccende. E Prodi, in macchina con Foresti, si avvia all'incontro con Berisha. C'è dapprima un mini-incidente diplomatico: quando arriva il presidente del Consiglio italiano, il palazzo presidenziale appare vuoto. Nessu¬ no ad aspettarlo alla porta. Se si eccettua un ometto anziano, che poi si scoprirà è il capo di gabinetto e addetto al cerimoniale di Berisha. Con grande imbarazzo, il corteo italiano viene fatto accomodare in un salottino, in una strana semioscurità, tra la delusione e lo sconcerto di fotografi e cameramen. Cinque minuti dopo arriva finalmente Berisha. E si ricomincia: saluti, abbracci, colloquio riservato, brindisi, sorrisi. Si saprà poi che Prodi ha sollecitato il presidente albanese a qualche concessione verso le richieste ROMA. Tutto da rifare per l'ambasciata italiana in Albania. Manfredo Incisa di Carnerana non andrà più a Tirana, dove per ora resta in carica Paolo Foresti mentre prende corpo alla Farnesina l'ipotesi della nomina di un «inviato speciale» per la crisi. La scelta della revoca della nomina di Incisa di Camerana è stata presa da Lamberto Dini per un motivo che alla Farnesina definiscono «limpido»: le interviste rilasciate dal diplomatico in cui si definiva «un militare mitizzato» il generale Franco Angioni e «un carrierista amico dei politici» l'ambasciatore Foresti. «Sono state dichiarazioni sconcertanti» ha detto il ministro degli Esteri, secondo cui Incisa di Camerana «non è stato all'altezza della situazione» e quindi l'«intero governo ha deciso unanimemente di revocare quell'incarico che lo stesso Incisa aveva messo a disposizione». Ma Incisa di Camerana, da parte sua, ha fatto sapere di non essere troppo sorpreso dall'avvenuto. Dopo essere stato designato, aveva già confidato ad alcuni suoi amici di «temere le bande di Roma più di quelle di Valona» ed ora ritiene che il suo siluramento sia iniziato con la nomina stessa di Angioni da parte di Prodi a coordinatore delle operazioni italiane in Albania. La revoca di Incisa di Camerana ripropone ora il problema della successione a Foresti, il cui allontanamento era stato deciso la LA VISITA IN ALBANIA TIRANA DAL NOSTRO INVIATO «Abbiamo letto l'intervista dell'ambasciatore Incisa di Camerana, ieri mattina, e abbiamo pensato che fosse inappropriata. Io ritengo che chi debba adempiere ad un compito pubblico lo debba fare senza dichiarazioni che vanno al di là del dovuto. Ci sono dei doveri che un funzionario pubblico deve rispettare. La riservatezza, prima di tutto». Così Romano Prodi, sotto un tendone militare, ospite del comando della Forza multinazionale di protezione. Il presidente del Consiglio, approfittando di una domenica pomeriggio, è volato in Albania per incontrare i protagonisti della politica di Tirana e i responsabili della missione militare. Prodi va in Albania per parlare di elezioni «che devono essere libere e trasparenti e penso che sarà così, ci sono tutte le premesse». Anche perché l'Italia si prepara a mandare truppe supplementari nel periodo del voto. «Pensiamo ad un aumento dei militari italiani per 15 giorni - ha spiegato Prodi -, la finestra necessaria per la tenuta delle elezioni che si disputano in due turni: un periodo quindi estramemnte limitato. Stiamo già operando per preparare i contingenti che dovranno venire». Ma il discorso inevitabilmente cade sulla «maledizione degli ambasciatori» che pare avere colpito la nostra rappresentanza di qui. Tre diplomatici bruciati in breve