Caccia alla postina degli anarchici
Caccia alla postino degli anarchici Diffuse le immagini della donna che consegnò la rivendicazione della bomba di Palazzo Marino Caccia alla postino degli anarchici Milano, appello della procura: aiutateci a identificarla MILANO. Tailleur blu, capelli crespi scuri molto lunghi, tra i trenta e i trentacinque anni. E ufficialmente senza nome. E' la «postina anarchica», la ragazza che il 25 aprile, alle 13 e 31, lasciò davanti alla sede di Radio popolare una borsa con dentro un parallelepipedo di alluminio. Identico a quello esploso poche ore prima in piazza San Fedele, dietro a Palazzo Marino. «Chi la conosce, venga in procura», lancia un appello Gerardo D'Ambrosio, il magistrato del pool che si occupa della bomba di quella notte, indiscutibilmente anarchica. «Siamo pronti a raccogliere tutte le informazioni, ma non vogliamo soffiate e telefonate anonime», spiega il magistrato. E giura che non è una nuova edizione di «Chi l'ha visto?». L'immagine della ragazza è tratta da un filmato di pochi secondi, meno di trenta, girato dalle telecamere fisse poste all'ingresso dell'emittente storica della sinistra milanese. Sono immagine sfuocate, color seppia, a bassa definizione, quelle fornite ai giornalisti. Eppure quindici giorni fa era uscita la notizia che i tecnici dei carabinieri e della polizia erano riusciti a rilevare immagini nitide, addirittura a identificare la postina. Oggi, siamo tornati al «Chi l'ha vi- sto?». Ma davvero dottor D'Ambrosio, la vostra indagine sulla bomba è ancora contro ignoti? Il procuratore aggiunto non risponde, glissa, passa ad altro. E rinnova il suo appello: «Adesso che siamo certi che la bomba di piazza San Fedele è identica all'involucro inerte, lasciato davanti a Radio popolare, abbiamo deciso di togliere il segreto sul filmato». Quei 14 secondi saltellanti e confusi, tanto impiega la ragazza a percorrere la discesa davanti alla sede dell'emittente, lasciare la borsa e andarsene, hanno fatto il giro di tutte le tv. Di per sé, quelle immagini non dicono molto. Ma è l'unica pista che c'è, nelle mani degli inquirenti. Insieme alla rivendicazione firmata «Azione rivoluzionaria» e con la «A» cerchiata, ritrovata dagli artificieri nella borsa bianca, insieme con una cassetta audio con canti partigiani e ima serie di scritte. «Rivoluzionaria è l'azione. Né destra, né sinistra. Non votate. Una risata vi seppellirà», gli slogan che decoravano il parallelepipedo di metallo, vuoto quello ritrovato, un chilo e passa di polvere da cava e bulloni, quello esploso nella notte del 25 aprile nel cuore di Milano, a due giorni dal voto per il sindaco. «Solo chi ha partecipato all'attentato, poteva conoscere il tipo d'ordigno lasciato per la rivendicazione», è la conclusione di D'Ambrosio, basata sulla perizia che po¬ chi giorni fa hanno elaborato un tecnico del Cis dei carabinieri, più due periti, esperti d'armi ed esplosivi. Adesso gli inquirenti sperano di trovare la ragazza. E i suoi complici. Tutti accusati di strage, un reato da ergastolo. Un aiuto in più alla procura, arriva dal movimento Sos Italia che ha messo a disposizione degli inquirenti 10 milioni, una taglia da girare a chi fornirà indicazioni utili. Con questa motivazione, indicata nel comunicato dell'associazione: «Crediamo sia giusto premiare il coraggio di chi si espone, volontariamente, ai rischi derivanti dalle possibili ritorsioni personali e spesso familiari». [f. poi.] Ecco due sequenze del filmato che ritrae la «postina» del gruppo anarchico mentre deposita nella sede di Radio Popolare la borsa con la rivendicazione dell'attentato a Palazzo Marino
Persone citate: D'ambrosio, Gerardo D'ambrosio
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