Le ruspe,un'occasione irripetibile e sacrosanta di Lorenzo Mondo
Nuovi blocchi stradali nella Valle dei Templi alla vigilia dell'annunciata demolizione degli edifici abusivi F PANE AL PAN II ^1 Le ruspe, un'occasione irripetibile e sacrosanta CCHIO ad Agrigento. Dalla città nota in tutto il mondo per la «Valle dei Templi» e per il più sfrontato abusivismo edilizio, per due modi opposti di tirar sù edifici, aspettiamo un segnale importante che non riguarda soltanto la politica dei beni culturali. Sono arrivate infatti le prime ordinanze di demolizione che riguardano 28 delle almeno 450 case costruite senza permessi nel comprensorio dei tempi dorici. Dopo una battaglia di soprintendenze e ambientalisti durata trent'anni, non solo contro gli occupanti, ma contro sindaci e pretori che si sono sottratti al compito di far rispettare la legge. Domani le ruspe dovrebbero entrare in azione. Ci credete? Credete che si vada al di là di qualche gesto simbolico in una terra abituata da secoli a farsi beffe dei simboli? Gli abusivi sono scesi per le strade con blocchi e proteste per rivendicare il diritto alla casa e ottenere la sospensione (per altri trent'anni?) di ogni intervento punitivo. Naturalmente, non sono mancate ai più alti livelli le espressioni di solidarietà, alcune esplicite, altre felpate. In prima fila si è esposto il vescovo Carmelo Ferraro, con l'entusiasmo di chi affronta il martirio, con la foga di un Santo Padre fustigator di tiranni. Si è appellato al Presidente della Regione, pigliandosela con lo Stato padrone che «può imporre ai sudditi schiavi misure punitive». Sono parole pesanti come pietre che, nel contesto siciliano, rischiano di ricadere, lapidatrici, addosso a chi le scaglia. Risulta davvero incredibile l'esortazione a trasgredire la legge in una regione che non ha bisogno, in proposito, di prelatizi rincalzi. Mettiamo pure che a Sua Eminenza non importi niente dei templi, di Eschilo e della tragedia greca a cui rinviano, in nome di una malintesa sollecitudine per i corpi e le anime dei buoni cristiani (è un populismo che, portato all'estremo, indurrebbe a mettere all'asta San Pietro con annessa Pinacoteca Vaticana per darne il ricavato ai poveri). Ma occorre quella che solo per convenzione chiamiamo santa ingenuità, a non vedere che una così caparbia ■ resistenza, capace di mobilitare 1 personalità istituzionali solita¬ mente distratte e ciniche, non può essere attribuita a miserabili senzacasa e senzaterra. In questa lunghissima, indecente trafila, è evidente la presenza di poteri forti che da sempre tarpano le ah allo sviluppo della Sicilia e che non hanno bisogno della benedizione di Monsignore. All'offensiva infiammata dell'autorità spirituale si accompagna quella pacata, mondanamente accorta, dell'autorità civile. E' il sindaco che invoca il realismo, una più ragionevole limitazione del parco archeologico e, insomma, propone di lasciare le cose come stanno. La Valle dei Templi, che è il solo motivo per cui una persona di buon senso metta piede ad Agrigento, diventa nelle sue parole la «piovra» che distrugge l'economia locale. E allora si adatti la legge, il rispetto della cultura e dell'ambiente, l'interesse reale dei molti all'arbitrio e alla convenienza dei pochi. Di questi «poveretti» che difendono con le unghie e coi denti la vista con giardino sul cammino degli Dei, magari per rivendere il tutto, passata la bufera, a prezzo decuplicato. A salvaguardia pretestuosa di qualche illuso in buona fede che, ultimo anello di una catena di illegalità, potrebbe essere, massi, risarcito con un alloggio popolare. Invochiamo allora, con malferma speranza, le sacrosante ruspe, a conforto nostro e degli amici siciliani mortalmente stanchi di criminalità e malgoverno, di complicità e omissione in un andazzo irresponsabile e piagnone. L'unità del Paese, cementata dalla responsabilità morale e civile, si difende anche sugli spalti della Valle dei Templi. Sotto a chi tocca, allora, buttiamo giù quelle case abortive, sarebbe terribile e imperdonabile perdere questa occasione. Lorenzo Mondo
Persone citate: Carmelo Ferraro, La Valle
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