Resa dei conti ad Agrigento

Gommone contro una boa Un morto e quattro feriti Nuovi blocchi stradali nella Valle dei Templi alla vigilia dell'annunciata demolizione degli edifici abusivi Resa dei conti ad Agrigento Iproprietari rifiutano di lasciare le case AGRIGENTO. Un'altra giornata di estrema tensione ieri nell'approssimarsi dell'ora X, cruando dovrebbero essere demolite le prime 28 delle circa 450 case abusive nella Valle dei Templi. E Agrigento è andata di nuovo in tilt. Blocchi stradali vicino alla «porta aurea» e al tempio di Giunone, persone che si sono incatenate, il rischio sfiorato d'una sommossa, anche se il comitato di protesta parla di «agitazione alla Gandhi». Il prefetto Natale D'Agostino in mattinata ha convocato il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, invitando alla riunione la soprintendente ai Beni culturali Graziella Fiorentini che ha ordinato le demolizioni. Ieri per i 28 proprietari scadeva il termine per lo sgombero, ma loro non se ne sono andati, aspettando l'alt alle ruspe, che dovrebbero muoversi domani. Centinaia di telegrammi sono partiti, indirizzati al Papa. Gli abusivi con parenti, amici e sostenitori hanno deciso di rivolgersi a Giovanni Paolo II per chiedere un aiuto, ricordandogli che il vescovo Carmelo Ferraro si è schierato con loro. E oggi alle 18 uno dei parroci della città, don Giacchetto, celebrerà messa con loro nella Valle dei Templi. La chiesa agrigentina sembra proprio persuasa della bontà delle «ragioni» degli abusivi, secondo i quali le CO¬ struzioni sorgono a una tale distanza dai templi da non poterli minimamente deturpare. Da Roma è rimbalzata a Palermo e da qui ad Agrigento la soluzione individuata dal vicepresidente del Consiglio e ministro dei Beni culturali Walter Veltroni e dal ministro dei Lavori pubblici Paolo Costa: nessun colpo di spugna come una sanatoria, piuttosto gradualità nelle demolizioni cominciando dalle case non ultimate. Comunque il governo ha rilanciato la palla alla Regione, «obbligata» dall'autonomia speciale ad assumersi ogni responsabilità per la salvaguardia della mitica Valle dei Templi, «disposti in modo da far andare in estasi» come scrisse Roger Peyrefitte, aggiungendo che «è in essi una vita misteriosa». Anche Aristo¬ tele Onassis, quando visitò i 1821 ettari del più esteso parco archeologico del mondo, se ne uscì con un estasiato «ma il Partenone in confronto è ben poca cosa». E le centinaia di pullman carichi di turisti d'ogni parte del mondo, le visite di sovrani, capi di Stato, ministri, grandi manager, artisti che in inverno come in estate raggiungono la valle agrigentina testimoniano che bisogna fare di tutto perché questo patrimonio dell'umanità sia salvato. Gli abusivi sostengono che non sono certamente le loro case a minacciarlo; ribadiscono che sono state realizzate ben lontane dall'area in cui sorgono i templi. E si registra un nuovo capitolo della lotta tra Legambiente e il comune di Agrigento, i cui rapporti sono pessimi, anche per motivi politici. Il sindaco Calogero Sodano superò d'un soffio nel ballottaggio l'allora leader siciliano di Legambiente, Beppe Anione. E ora Ermete Realacci, presidente dell'associazione ambientalista, ha scritto a Giorgio Napolitano, chiedendogli di valutare con attenzione il comportamento del sindaco rinviato a giudizio tempo fa per il sospetto che abbia favorito gli abusivi in cambio del loro sostegno elettorale. «Sembra evidente - ha scritto Realacci al ministro dell'Interno - che Sodano non ha intenzione di muovere un dito contro il cemento illegale, cerca anzi di boicottare ogni soluzione, anche quelle tese a evitare disagi sociali: aizza la piazza». Antonio Ravidà Forse spiragli per un compromesso «Si cominci con gli alloggi non ultimati» Scaduto l'ultimatum per lo sgombero delle case nella Valle dei Templi

Luoghi citati: Agrigento, Palermo, Roma