Incisa: pronto a rinunciare

11 Dopo un'intervista in cui avrebbe criticato il suo predecessore «malato di carrierismo» Incisa; pronto a rinunciare Polemica sull'ambasciatore a Tirana TIRANA DAL NOSTRO INVIATO Colpo di scena all'ambasciata italiana in Albania: il neoministro italiano Manfredo Incisa di Camerana, ancora neppure partito per la sede, si è deto ieri «pronto a rinunciare all'incarico» a causa della pubblicazione di una intervista a Repubblica della quale, lamenta, «sono stati travisati i contenuti» tanto da risultare ((pregiudizievole allo svolgimento della mia missione». Fra l'altro, il diplomatico avrebbe detto: «Foresti - il suo predecessore, ndr - è un bravo funzionario, è un amico. Però ha sempre avuto un'ottica politica. E' sempre stato con i politici e ha finito con lo schierarsi. E se poi ti ammali di carrierismo...». «Angioni? Lo conosco poco. E' certo che la Farnesina vive un momento di debolezza. Anche per questo dobbiamo restituire credibilità al nostro operato». «Siamo amici, non sparateci addosso». Questo il senso del messaggio che, alle 12 in punto di ieri, il generale Gerardo Giglio, comandante della Forza Multinazionale per il Sud dell'Albania, ha rivolto attraverso radio Tirana. Il generale ha parlato per alcuni minuti, prima in italiano poi anche in albanese, rivolgendosi con particolare intensità agli abitanti di Valona. «Vi parlo su mia specifica richiesta, per un importante appello: non sparate in vicinanza delle caserme e durante il passaggio dei nostri mezzi. Questo atto può essere interpretato come un'azione ostile e causare danni alle persone». Non sono mancati accenni alla fermezza: «Ricordo che gli accordi internazionali relativi alla nostra presenza in Albania ci danno il diritto di usare le armi per autodifesa». Poi Giglio, che è uomo che sa parlare col cuore, si è dilungato sull'episodio di giovedì notte, quando un elicottero della Marina Militare, sceso a Valona per evacuare una ragazzina gravemente ferita al capo da un proiettile, è stato fatto segno di raffiche di Kalashnikov. «Solo la bravura dei piloti ha evitato una tragedia, con la morte dei militari italiani e della giovane albanese». Del ruolo della Forza Multinazionale si è parlato nella parte centrale della trasmissione: «Non abbiamo compiti di polizia. Siamo qui, su mandato dell'Orni, per garantire sicurezza ai punti di accesso in Albania, la percorribilità delle strade per l'invio di convogli, la sicurezza nella distribuzione degli aiuti umanitari». Giglio, dopo un augurio («Speriamo che si possa giungere al giorno delle elezioni in modo pacifico e de¬ mocratico») si è lanciato in un breve messaggio in albanese, in cui ha sottolineato di avere parlate «me shpirit te sinqert...», cioè con sincera amicizia. L'emittente ha poi mandato in onda due telefonate di ascoltatori: la prima, di una donna, che sollecitava un aiuto alla polizia albanese da parte della FMP, la seconda di una studentessa, che chiedeva maggior sorveglianza intorno ad una scuola superiore di Valona, bersaglio di recenti spari. Giglio, che era ancora negli studi, ha nba- dito che i nostri militari non possono avere compiti di polizia, ma ha subito dopo garantito che la scuola diventerà uno dei punti controllati dalle nostre unità mobili. Intanto dall'Italia rimbalza un'altra polemica: riguarda l'incidente patito dalla nave militare San Giorgio il 15 marzo durante le operazioni di evacuazione dei cittadini stranieri a Durazzo. Per un errore, l'imbarcazione finì sugli scogli avanti al porto, riportando una falla lunga 30 metri ed alta 10 I che rischiò di farla affondare. Oltre 400 stranieri, già sfollati, furono trasferiti sulla gemella San Giusto in elicottero, mentre la San Giorgio fu poi ricoverata per un mese in bacino a Taranto dove venne riparata (costo 50 miliardi) e dove venne sostituito il comandante. Sull'episodio della San Giorgio sono intervenuti ieri i deputati di An Landi e Pepe che, con una interrogazione, hanno sostenuto che la notizia venne ((taciuta» dai giornalisti. Angelo Conti Il generale Giglio lancia un appello alla radio albanese «Non sparateci addosso siamo amici, e abbiamo il diritto di reagire con le armi» Interrogazione alla Camera per l'incidente alla San Giorgio Un ragazzo offre un caffè a un bersagliere e, a destra l'ambasciatore Incisa di Camerana