Contestato nella sua Novara di Gianfranco Quaglia

Contestate nella sua Novara Contestate nella sua Novara Da un gruppo di camicie verdi che urlano: «Padania libera» NOVARA. Un saluto e un sorriso ai suoi concittadini che applaudono dietro la transenne. Ma in un angolo c'è anche un gruppo di leghisti, una decina, camicie e fazzoletti verdi, che scandiscono a gran voce: «Padania libera, Padania libera». Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, tornato nella sua città per partecipare alle celebrazioni nel centenario della nascita di Piero Fornara - illustre pediatra - non si scompone. Anzi, accenna un altro sorriso, forse all'indirizzo degli stessi leghisti tenuti a distanza dalle forze dell'ordine. E' la prima contestazione aperta nei confronti di Scalfaro nella città d'origine la «sua» Novara -, dove il partito guidato da Umberto Bossi per ben quattro anni ha retto le sorti del Comune prima delle ultime elezioni che hanno sancito la vittoria del- 10 schieramento di centrosinistra. Il grido di «Padania libera» riecheggia il giorno dopo che 11 Capo dello Stato è intervenuto alla Festa della Polizia invitando la magistratura a fermare i secessionisti, quando questi varcano la soglia dell'illecito. Per la cronaca, quella di Novara è una contestazione pacifica, inscenata da un gruppo di esponenti locali della Lega Nord, con il capogruppo in Comune Roberto Cota e il segretario cittadino Mauro Franzinelli. Per alcuni secondi il loro slogan sovrasta gli applausi della gente, mentre il capo dello Stato s'infila nel teatro Coccia dove poco dopo commemora l'illustre pediatra novarese, che fu uomo impegnato nella Resistenza e primo prefetto della città dopo la Liberazione. «Confinati in un angolo», come ha detto il capogruppo Cota, «abbiamo voluto testimoniare la voce dei cittadini della Padania, che urlano forte e alto il grido di libertà. Esiste una realtà di cui la politica non tiene più conto». Nessuna risposta diretta ai militanti del Carroccio, ma poco più tardi il Presidente - alla presenza delle massime autorità - prende spunto dall'esempio del professor Piero Fornara - antifascista che ha rischiato la vita - per riagganciarsi al presente e lanciare un appello agli esponenti della cultura, della scienza e delle attività professionali: «Occorre lottare per la libertà del popolo di cui si fa parte, senza chiudersi nel proprio settore». E ha aggiunto, tratteggiando la figura dell'uomo politico eletto nell'assemblea costituente per il partito socialista: «Non si assolve il compito di cittadini solo compiendo pienamente i propri doveri di uomini delle cattedre, delle professioni o delle attività imprenditoriali. Ognuno deve ricordare che è cittadino del popolo». Infine si è soffermato sul valore della laicità della politica: «Fornara è stato insieme socialista e credente e ha vissuto in sé una rarità al suo tempo, dimostrando che le sintesi sono fattibili, ma soprattutto su un tema: la laicità. Quante volte ho sottolineato che la laicità è sacra». Gianfranco Quaglia

Persone citate: Cota, Fornara, Mauro Franzinelli, Oscar Luigi Scalfaro, Piero Fornara, Roberto Cota, Scalfaro, Umberto Bossi

Luoghi citati: Novara