«Falso in bilancio, norme nuove» di R. M.

77pm Greco: chi stravolge le regole danneggia soprattutto il mercato «Falso in bilancio, norme nuove» 77pm Greco: chi stravolge le regole danneggia soprattutto il mercato MELANO. «Creazione di fondi neri, occultamento delle perdite, operazioni riservate»: sono queste, secondo il pm del pool Mani Pulite Francesco Greco le «tre condotte illecite» che oggi maggiormente configurano il reato di falso in bilancio. «E sono condotte - aggiunge - che in alcuni casi hanno raggiunto un notevole livello di gravità. Abbiamo scoperto un sistema di fondi neri estremamente articolato e complesso, ci sono stati gruppi di primaria importanza che da un momento all'altro hanno rivelato perdite ingentissime e dovute proprio al loro reparto occulto». Greco parla ad un convegno assieme a tre importanti docenti di diritto: Alberto Crespi, Pier Giusto Jaeger e Roberto Poli. Oggetto della riunione il reato di «false comunicazioni sociali» (il falso in bilancio). Va riformato o va bene così com'è? Nessuno propone la sua «depenalizzazione», ma secondo i relatori più che il singolo articolo del codice è necessario armonizzare maggiormente le norme e soprattutto modernizzare un insieme di leggi stilate 50 anni fa quando l'economia era ben diversa da oggi. Greco stesso, ad esempio, sottolinea che «andrebbe depenalizzato il 95 per cento dei reati societari, che oggi sono di competenza della pretura e che nei fatti non vengono mai sanzionati». Rimarrebbe un cinque per cento di reati, di cui dovrebbero occuparsi solo le procure avendo ben presente una filosofia di fondo: (da necessità - dice il pm - di tutelare non solo il patrimonio delle singole aziende, ma sopratutto il mercato; ci si dimentica che chi commette illeciti stravolge le regole e danneggia la concorrenza onesta». Su questo tema si inserisce il discorso che si potrebbe definire della «modica quantità»: cioè l'idea che, nel contestare il falso in bilancio, si debba tener conto dell'entità dello stesso falso rispetto al fatturato di un'azienda. Crespi definisce queste idee «farneticazioni»: «Un falso da 500 milioni è un danno grave anche se al posto mio ci mettete il ban chiere Rothschild. Il danno va valutato in termini oggettivi, non in proporzione alla ricchezza di chi lo commette». [r. m.]

Persone citate: Alberto Crespi, Crespi, Francesco Greco, Greco, Pier Giusto Jaeger, Roberto Poli, Rothschild