Rovelli incastrato dal telefonino di Chiara Beria Di ArgentineGiovanni Bianconi

Vicenda Imi-Sir, centinaia di chiamate dai cellulari messe sotto controllo Vicenda Imi-Sir, centinaia di chiamate dai cellulari messe sotto controllo Rovelli incasinilo dal telefonino Così l'Imi pagò 700 miliardi ROMA. Si sono mossi come nelle indagini sulle bombe mafiose: l'analisi di centinaia e centinaia di telefonate fatte da apparecchi cellulari fino ad individuare quelle «interessanti e significative» nei momenti cruciali della vicenda. E come per le stragi ordinate da Cosa Nostra i mafiosi si telefonavano nell'imminenza delle esplosioni (fornendo prove e riscontri delle loro responsabilità), così i contatti tra gli indagati per la maxitangente Imi-Sir rivelano, secondo i giudici di Milano, un «disegno criminoso» ben diverso dalle versioni fornite, per esempio da Felice Rovelli - figlio ed erede di Nino - nell'imminenza degli arresti, un anno fa, degli avvocati romani Acampora e Pacifico. Una tecnica d'indagine inedita per le inchieste di Tangentopoli, che ha portato all'arresto di Rovelli junior, per il quale il 5 giugno comincerà, negli Usa, la causa di estradizione. Dall'Italia sono partite le carte per sostenere l'accusa e la necessità di rispedire in patria l'arrestato, carte che raccontano nei dettagli l'intricata storia di processi e appelli che alla fine hanno permesso alla famiglia Rovelli di incassare dallo Stato italiano la bellezza di 678 miliardi; da lì è venuta fuori la tangente da 67 miliardi pagata - secondo l'accusa - a Pacifico, Acampora e all'onorevole Cesare Previti. Gli eredi dell'ex re della chimica sono dovuti passare attraverso 12 sentenze prima di ottenere quei soldi, e l'indagine condotta dagli specialisti della polizia ha permesso di stabilire, appunto, i contatti telefonici che ci furono tra Felice Rovelli e gli altri inquisiti alla vigilia o subito dopo i passaggi-chiave della vicenda. Uno di questi, ad esempio, si verificò il 29 gennaio 1992, quando la difesa Rovelli solleva la questione del mancato depo sito della procura speciale del l'Imi ai suoi avvocati per soste nere la causa. Un foglio di carta sparito dagli atti del processo e misteriosamente ricomparso solo a giochi fatti: nel frattem po, per l'assenza di quel foglio, i Rovelli vinsero la causa in Cassazione e 678 miliardi. Ebbene quel giorno, ma anche subito prima e subito dopo, i tabulati dei telefoni cellulari hanno svelato contatti tra Felice Rovelli gli avvocati Acampora e Pacifico, ma anche con il giudice Renato Squillante, allora capo dell'ufficio gip di Roma, arrestato per corruzione nel marzo del '96 c adesso indagato pure in questa vicenda insieme ai Rovelli e ai loro tre avvocati «non ufficiali». Gran parte dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Alessandro Rossato è costi tuita dai tabulati delle telefona te nei periodi «caldi». E ci sareb bero anche le prove della pre senza a Roma di Felice Rovelli nei momenti salienti della causa Imi-Sir. Rovelli junior risul terebbe essere stato in contatto con gli avvocati inquisiti per la maxi-tangente molto più che con i legali ufficiali della famiglia. Subito dopo aver avuto questi contatti, l'ingegner Felice telefonava a casa sua in Svizzera, presumibilmente alla madre Primarosa Battistelli, anche lei indagata per corruzione e sfuggita all'arresto perché cittadina svizzera. Altri elementi d'accusa ven¬ gono dalle agende sequestrate in casa e nello studio di Pacifico. In quella del '93, alla pagina di un giorno di dicembre, c'è scritto che l'avvocato viene a scoprire un cambio nella composizione nel collegio di Corte d'appello che doveva decidere un altro passaggio della controversia Imi-Sir. Per i magistrati è un ul¬ teriore indizio dell'attività svolta sottobanco da Pacifico in favore di Rovelli, che va ben al di là delle «mere consultazioni» di cui Felice ha parlato agli inquirenti. Del resto, le stesse versioni fornite dal trio Rovelli-Acampora-Pacifico messe a confronto risultano talmente non credibili o in contrasto tra loro da fornire altri indizi di colpevolezza. Pacifico ha negato di essersi mai interessato alla controversia Imi-Sir, dicendo che i circa 34 miliardi ricevuti dai Rovelli (la metà della presunta tangente) sono pagamenti per attività in favore di Nino a partire dal '79; ma viene smentito dai contatti telefonici con Felice Rovelli. Anche la difesa di Acampora (a lui sono andati circa 13 miliardi) sui rapporti da lui definiti «banali» con Rovelli jr è in contrasto con le telefonate e le stesse dichiarazioni di Felice. Ma per il gip Rossato che ha accolto la richiesta di arresto dei pm di Mani pulite Boccassini, Colombo e Greco non è credibile nemmeno il giovane erede quando dice che si limitò a versare quei 67 miliardi ai tre avvocati perché glielo chiese il padre in punto di morte, senza che lui ne conoscesse la «causale». Una tesi «del tutto inverosimile» per il giudice, secondo il quale è «difficilmente dubitabile che la causa del pagamento fosse perfettamente nota all'ingegner Rovelli e a sua madre; proprio l'illiceità della causa spiega il silenzio dei due». A dare una svolta all'inchiesta sono state anche le indagini sul destino dei soldi versati dai Rovelli agli avvocati «non ufficiali», e sul modo in cui Pacifico avrebbe fatto rientrare in Italia una parte di quelli da lui intascati. E' stato Alfredo Bossert, titolare della finanziaria «Intercambi» di Lugano, a svelare ai giudici di Mani pulite di aver portato dalla Svizzera a Roma, tra il '94 e il '95, attraverso un complicato giro di passaggi bancari, circa 11 miliardi finiti letteralmente nelle mani di Pacifico: la consegna veniva fatta direttamente all'avvocato romano, e nei suoi conti correnti non ci sono più tracce di quel denaro. Il sospetto è che sia stato utilizzato per ulteriori pagamenti da parte di Pacifico, e il gip nota che il sistema ideato per portare i soldi a Roma è «tipico del rientro di capitali illeciti». Chiara Beria di Argentine Giovanni Bianconi Il 5 giugno comincia la causa per l'estradizione dagli Stati Uniti. Altri elementi d'accusa dalle agende sequestrate all'avvocato Pacifico A sinistra t'avvocato Pacifico A destra l'ex ministro della Difesa Cesare Previti A destra Felice Rovelli figlio ed erede di Nino