Gotti, sorpresa rosa a Cervinia

Spodesta il russo Tonkov e riaccende un Giro orfano di Pantani Spodesta il russo Tonkov e riaccende un Giro orfano di Pantani Gotti, sorpresa rosa a Cervinia SBREUTL CERVINIA TRAPPANDOLO dal tiepidario nel quale stava avvizzendo, Ivan Gotti ha ricollocato il Giro d'Italia nelle braccia dei suoi innamorati. Le Alpi hanno trasformato un ventottenne bergamasco gentile, minuto, che quando si decide ad emettere una pur esigua dichiarazione suonano, sbalordite, le campane, in un formidabile, inarrestabile predatore da montagna. Il russo Pavel Tonkov, specialista in anestesia ciclistica, egregio compositore di ninne nanne in bicicletta, mai avrebbe immaginato che il suo giorno si trasformasse nel giorno del più occulto e silente dei rivali. E chi me la leva la maglia rosa, andava ripetendosi dal momento in cui l'aveva conquistata. Avvinto a un eccessivo concetto di sé, Tonkov assumeva energie nell'ignorare il prossimo. Su una montagna che si chiama Saint-Pantaleon, a un passo dalla vetta, Gotti ha spedito al premier della corsa un asciutto e perentorio messaggio: ciao, me ne vado. Cominciava un lungo stremante viaggio e cominciava la resurrezione del Giro. Mettiamoci nei panni del russo. Ripetuti attacchi d'un francese sprovvisto, per l'occasione, di nozioni tattiche ma arso dalla febbre del successo gli avevano abbondantemente ammaccato la corazza. Che poteva fare? Al momento, nulla. Nell'attesa che gli si rinvigorissero i polpacci, consentiva a Gotti di costruire, pedalata su pedalata, un castello da re. Ma una maglia rosa bisogna difenderla sino a che i polmoni non si riducono a pomice. E mentre Gotti componeva il suo capolavoro di grimpeur, Tonkov, con appesi alla ruota i cinquanta chili del pugliese Piepoli, assegnava a se stesso il ruolo dello sconfitto che si batte sino all'ultimo respiro. La folla del Giro aveva finalmente l'atteso, rinascimentale duello. E, in dono finale, il timido Gotti mutato in una stella. Gianni Ranieri SERVIZI NELLO SPORT

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