Una specie al limite della sopravvivenza

Una specie al limite della sopravvivenza Una specie al limite della sopravvivenza si valuta che la popolazione dei varani non superi le 700-1000 unità. Siamo ai limiti della sopravvivenza. Ecco perché il drago di Komodo è protetto dal governo indonesiano, le isolette di Padar e di Rintja sono considerate riserve naturali e si spera così di salvare una specie che in cattività si riproduce assai raramente. Del suo modo di vivere in natura sappiamo in sostanza assai poco. Dalle ricerche più recenti sembra che non tema l'acqua. Il che avvalora l'ipotesi che abbia potuto raggiungere a nuoto le isolette che occupa attualmente. Nuota però in maniera tutta diversa da quella dei suoi cugini coccodrilli. La testa la tiene fuor d'acqua e fa ondulare sinuosamente il corpo massiccio e la lunga coda. Nei confronti delle prede abituali, cerbiatti e maiali sel¬ vatici, la sua aggressività si manifesta in modo assai cruento. Le insegue con un'agilità insospettabile in un bestione lungo due o tre metri e pesante 60-70 chili (in cattività diventa obeso e supera facilmente il quintale). Le raggiunge, le ferisce conficcando gli unghioni poderosi nella carne e le azzanna con la formidabile chiostra di denti aguzzi. Poi il più delle volte non si cura affatto di sminuzzarle in bocconcini. Gli basta abbassare il pavimento boccale per aumentare enormemente la capacità della faringe - come fanno del resto anche i serpenti - e in tal modo può ingoiare un quarto di maiale selvatico o un cerbiatto tutto intero. Per quanto gli animali vivi siano il suo pasto preferito, non disdegna le carogne, di cui sente l'odore a distanza incre- Nell'arcipelago della Sonda rimangono circa mille individui dibile. E talvolta può ricorrere a uno strano sistema per divorarle. Incomincia dalla regione anale, si scava una sorta di tunnel nell'interno della bestia e dal di dentro si mangia i visceri per poi passare agli strati più esterni del corpo. Alla fine resta soltanto lo scheletro spolpato di sana pianta. L'accoppiamento è piuttosto violento. Il maschio sale in groppa alla femmina e la morde alla nuca. La stringe con tanta passione che finisce per affondarle gli unghioni nella carne, provocandole serie ferite. E' il prezzo che si paga all'amore. Le uova che la femmina depone hanno dimensioni ragguardevoli, circa dodici centimetri di lunghezza e duecento grammi di peso. Nonostante per sagoma e dimensioni, il varano di Komodo si avvicini ai coccodrilli, c'è in lui più di una caratteristica che lo accomuna ai serpenti. Non solo la particolare dilatabilità della bocca e della faringe che gli consente di ingoiare prede enormi, non solo una robusta scatola cranica che protegge il cervello dalla pressione che i bocconi troppo voluminosi potrebbero esercitare sul palato, ma anche il peculiare sistema con cui va in cerca della preda. Ha anche lui la lingua bifida, una lunga lingua giallastra biforcuta che saetta all'esterno in perenne esplorazione. E' il suo modo di «assaggiare» l'ambiente, perché raccoglie così le molecole odorose e le trasporta in due fossette che si trovano nel palato e immettono in uno speciale organo, l'organo di Jacobson, ricco di cellule sensorie atte a ricevere gli stimoli chimici. é gCon quésto straordinario strumento di sondaggio, il varano sente la presenza della preda. Non è raro vedere due o più individui che insieme danno la caccia a una grossa preda. Ma c'è sempre una precisa scala gerarchica, per cui l'individuo più forte si accaparra i bocconi migliori. Anche il maschio ha un ruolo dominante sulla femmina. Di fronte al bottino di caccia, il marito si serve per primo senza nessuna galanteria nei confronti della moglie che aspetta umilmente in disparte il suo turno. Poiché vive in una zona caldissima, dove si raggiungono nella stagione secca punte di 75°C, diventa vitale per lui cercare riparo nelle ore più calde del giorno. E il bestione conosce metro per metro tutto il suo territorio. Sa bene dove trovare le zone d'ombra, le grotte naturali, i rifugi da sfruttare. La degradazione dell'ambiente naturale ad opera dell'uomo è perciò una delle minacce più gravi alla sua sopravvivenza. Purtroppo, nonostante le rigide misure protezionistiche, i bracconieri continuano a dargli la caccia non solo per la carne e le uova, ma anche perché diverse parti del corpo, come il grasso della coda, vengono usate nella medicina cinese. Strano a dirsi, ma in cattività, nei pochi zoo del mondo che li ospitano, i draghi di Komodo perdono l'innata aggressività, diventano docili e mansueti e danno prove molteplici delle loro elevate capacità psichiche. Grazie all'olfatto ultrasensibile riconoscono l'odore del guardiano, reagiscono al suo richiamo, imparano l'ora del pasto. E ciò testimonia che, oltre a tutto, hanno un'ottima memoria. isabella Lattes Coifmann

Persone citate: Jacobson, Padar