La Ferrari regina di Roma

1947-1997 Trecento rosse per il cinquantenario Montezemolo: «e' nel cuore di tutti, un'azienda simbolo che rappresenta l'Italia nel mondo» La Ferrari regina di Roma Trecento rosse per il cinquantenario ROMA DAL NOSTRO INVIATO Nel piazzale del Campidoglio c'è un assaggio della grande festa delle «rosse»: ai lati della statua di Marc'Aurelio sono schierate la Ferrari con cui l'argentino Gonzales vinse la prima corsa di Formula 1 per Maranello nel 1951 in Inghilterra, e quella che permise a Schumacher di volare sotto la pioggia a Montecarlo tre settimane fa. Due simboli di una leggenda e di una storia che dura da cinquant'anni e che Roma si appresta a celebrare tra oggi e domani nello stadio dei Marmi, al Foro Italico, nelle sue vie e sul circuito delle Terme di Caracalla. «La Ferrari - dice il presidente Luca Montezemolo, presentando insieme col sindaco Rutelli la prima parte del cinquantenario, che continuerà poi nelle terre del Cavallino, a Modena e a Maranello - è nel cuore di tutti. E' un'azienda simbolo/e siamo a Roma anche per sottolineare il suo aspetto di nazionale dell'auto. Ma ricordiamoci che non siamo solo un team di FI, ma una società che co¬ struisce splendidi prodotti destinati a essere venduti in ogni parte del mondo». E' questo matrimonio tra corse e vetture di serie, seppure esclusive, a costituire da sempre uno degli ingredienti del fascino del Cavallino. Ma ve ne sono altri. E Montezemolo li elenca con orgoglio: «Ferrari significa passione, creatività, tecnologia, coraggio, episodi dolorosi e straordinarie gioie. Un mix che nessun'altra azienda può vantare». La festa cade in un momento felice per Maranello. In FI Schumacher, che domani aprirà la parata delle 300 «rosse» per Roma, sta combattendo con efficacia contro le Williams; nel settore industriale la Ferrari va a gonfie vele e ci si aspetta quest'anno di consegnare 3400-3500 auto (nel '47 furono 3) contro le 3300 del '96. «Ma non supereremo mai tale livello - dice il presidente - le nostre vetture devono essere desiderate». Era quanto sosteneva lo stesso Enzo Ferrari. «Un italiano eccezionale - afferma Montezemolo -. uomo fortemente legato alla sua terra. Un grande cuore. Credo che apprezzerebbe molto questa fe¬ sta. Mi ha insegnato tante cose negli Anni Settanta, quando fui team manager del Cavallino in Formula 1. Due, soprattutto: primo, il guardare avanti, il pensare al futuro; secondo, il gusto della sfida, nella vita, nelle competizioni, in fabbrica. Guai a compiacersi del passato, la sfida è progresso e rinnovamento». Una delle prossime sarà la gestione della Maserati da parte di Maranello. «Impresa dura ma affascinante» commenta. Il bel salone del Campidoglio, con la terrazza che si apre su Roma antica, pare la tribuna di un Gran Premio. Oltre cinquecento giornalisti e 50 televisioni si sono accreditati per la festa dei cinquant'anni. E sono arrivati piloti che hanno contribuito al mito Ferrari: da Scheckter (l'ultimo, per ora, a vincere il titolo mondiale, nel 1979) a Merzario (che salvò Lauda dalle fiamme nel terribile incidente del '76 in Germania: e sarà proprio lui a guidare la vettura di Niki, convalescente in Austria dopo l'operazione ai reni), da Phil Hill ad Arnoux, Schenken, Tambay, Brooks, Frere, Bondurant, E altri piloti si schiereranno oggi allo stadio dei Marmi insieme col folto gruppo dei collezionisti. Trecento «rosse» provenienti da tutto il mondo, gioielli preziosi supersorvegliati, che riceveranno il saluto del presidente della Repubblica, Scalfaro, che aprirà poi le celebrazioni. Ci sarà anche Giovanni Agnelli. L'Avvocato rivedrà qui una stupenda Ferrari da lui posseduta (una 166 Mille Miglia blu e verde del '50, ora di proprietà di Swaters, importatore belga del Cavallino). «Ci sarà un bagno di folla per la Ferrari» promette Rutelli, allarmato per la sfilata. Montezemolo, che ha vicino Piero Ferrari, sorride. «E' stata un'idea un po' pazza, ma siamo felici di essere qui. E siamo orgogliosi perché la Ferrari continua con coerenza il suo impegno. Dopo cinquantanni questa azienda è viva e vitale, fedele al suo passato ma profondamente rinnovata e in canunino senza incertezze verso il Duemila». C'è un filo di retorica e di commozione nella festa delle «rosse». Ma come farne a meno? Una leggenda è una leggenda. Michele Fenu Sotto la statua di Marc'Aurelio la FI che vinse la prima corsa nel'51 e quella di Schumacher Il sindaco Rutelli «Ci sarà un bagno di folla» Gli appuntamenti di oggi e domani 1947-1997 La Ferrari 375 Mille Miglia del '54 ordinata da Renzo Rossellim per Ingrid Bergman A sinistra, Piero Ferrari