Craxi; il jet privalo? Una necessità

Craxi; il jet privalo? Una necessità Nuovo interrogatorio di Raggio sui conti all'estero. Balletto di cifre Craxi; il jet privalo? Una necessità «Non sono un megalomane, non potevo usare aerei di linea» ROMA. Maurizio Raggio, il prestanome di Bettino Craxi che ha raccontato di aver acquistato un jet da 2 miliardi attingendo al conto dell'ex segretario del psi, è stato interrogato ieri per tre ore e mezzo dal gip Maurizio Grigo e dal pm Francesco Greco. Raggio avrebbe spiegato nei minimi particolari a cosa sono serviti i miliardi sui conti esteri di Craxi. Conti ballerini a quanto pare: per sfuggire alle ricerche di Antonio Di Pietro cambiavano continuamente di posto. E conti dalle cifre incerte. «Raggio - ha spiegato il suo legale, l'avvocato Andrea Fares - ha ribadito disponibilità a far rientrare in Italia una certa somma, alcuni miliardi». Ma mentre la procura dice che sarebbero 50 i miliardi depositati sui conti, Raggio prima ne riconosceva solo 20, e ora pare stia arrivando a 30. Comunque, stando all'avvocato Fares, il suo assistito si mostra disponibile a ricostruire i flussi finanziari, «le cifre della procura e le nostre si stanno avvicinando». «Le carte - ha detto ancora il legale di Raggio - dimostrano e spiegano i passaggi sui conti ed i bonifici fatti, ma non siamo in grado di dire a chi questi bonifici siano andati perché non ne conosciamo i beneficiari». Raggio non avrebbe comunque fatto riferimenti ai familiari di Craxi, ribadendo di non conoscere la provenienza dei fondi che alimentavano i conti di Craxi. «Lui si limitava a gestirli». Sia Raggio che Francesca Vacca Agusta, che si trova agli arresti domiciliari, saranno convocati per l'udienza del processo Ali Iberian, prevista per il 10 giugno prossimo. Le rivelazioni di Raggio sull'aereo privato sono rimbalzate ad Hammamet. Bettino Craxi reagisce ed esterna via fax: «Io non sono un megalomane». L'ex segretario del psi smentisce di aver commissionato tra il '91 e il '92 a Raggio l'acquisto del jet privato da una società ginevrina. Fu lo stesso Raggio «che era una persona amica», scrive Craxi - a suggerirgli tale acquisto, «un'occasione», perché avrebbe po¬ tuto essere usato per una normale attività commerciale, oltre a offrire «un certo numero di ore di cui avrei potuto disporre, almeno per il periodo considerato di emergenza, per evitare costi di trasporto che erano divenuti e si profilavano assolutamente eccessivi». Craxi spiega infatti che non poteva utilizzare aerei di linea («me ne aveva fatto esplicito divieto, per iscritto, anche il comitato di sicurezza e la presidenza del Consiglio»), e la situazione divenne per lui pesante quando, successivamente, gli fu fatto divieto di usare gli aerei del Cai (ndr, societàcivetta dei servizi segreti). Craxi spiega ancora che si decise all'acquisto suggeritogli da Raggio per non abusare degli amici che gli prestavano l'aeroplano e per non rivolgersi «a costose compagnie private». «Allora - sottolinea - non prevedevo che mi sarebbe stata tolta la libertà di viaggiare. Cosa che invece avvenne e risolse alla radice questo mio problema. Da allora non me ne sono occupato». Craxi, che protesta per il «vero e proprio stillicidio di notizie sugli interrogatori di Raggio», non spiega quanti voli abbia fatto con quel jet. Precisa però «che la più parte dei fondi di cui si sta parlando non hanno affatto una provenienza ed una natura illegale. Le somme che sui conti esteri di Tradati, passati poi a Raggio, furono fatte versare su indicazioni esclusivamente dell'amministratore Balzamo, come risulta agli atti, costituivano solo una parte limitata di questi depositi», [st. e] Maurizio Raggio

Luoghi citati: Hammamet, Italia, Roma